“San Francesco quando vede arrivare la morte la chiama sorella non perché la sentisse amica ma lui voleva toglierle quel pungiglione che porta alla disperazione. Ecco perché questo volume vuole difendere la vita chiamando tutti, tutte le posizioni, a mettersi intorno a un tavolo e a capire che noi abbiamo bisogno di vivere, non di morire. E se qualcuno è debole, soffre, allora è importante togliergli il dolore ma la cosa fondamentale è tenersi sempre per mano”.
Lo ha detto Mons. Vincenzo Paglia, vescovo emerito di Terni, che, ieri pomeriggio, ha presentato nei locali affollati del museo diocesano il suo libro intitolato “Sorella morte” che affronta i temi attualissimi e scottanti del fine vita.
Ma non è giusto staccare la spina almeno nei casi più gravi , quando non c’è più la speranza? “Io credo che nulla mai è senza speranza – ha risposto Mons. Paglia – io toglierei dal vocabolario parole come irrecuperabile perché la vita è un mistero come anche la morte. Quello di cui c’è bisogno, e su questo insisto, è togliere il dolore, non la vita, che è diverso. E se questo è terribile, nell’ultimo mese si può arrivare anche alla sedazione, è previsto. Ecco perché è importante promuovere una cultura dell’accompagnamento, una cultura della lotta al dolore o della lotta alla solitudine e, soprattutto, non far mai sentire una persona che non conta più, che può lasciarci”.
Nel libro Mons. Paglia parla anche del rapporto fra le generazioni e del fatto che i nipoti, spesso, sono separati dai nonni che sono morenti:”è una follia.Tutta la cultura ternana, italiana, quella che tutti conosciamo, quando la morte faceva parte anche della vita. Ecco perché escludere la morte, bandirla, significa mettere, è troppo banale dirlo, la polvere sotto il tappeto, perché è molto più grave. Io credo che sia indispensabile ritrovare quella familiarità che ci fa capire che anche in questi momenti non termina la vita e per chi è cristiano c’è un mistero straordinario. La vita non ci è tolta, è trasformata e questa trasformazione deve iniziare già qui. Il Paradiso è quando ci vogliamo bene, l’inferno è quando ci vogliamo male”.
Su Terni, Mons. Paglia ha detto:”tutte le realtà di questa terra devono riscoprire un sogno comune, sogniamo una nuova Terni e tutti mettiamoci intorno a un tavolo per ricostruirla. C’è bisogno di un sussulto solidaristico, di dimenticare un po’ più se stessi e pensare un po’ di più alla città, alla regione. Non rassegnamoci al declino perché questo non è giusto né per noi né per i nostri ragazzi”.
A discutere e a commentare il libro di Mons. Vincenzo Paglia c’erano il vescovo di Terni, Mons. Giuseppe Piemontese; una delle firme più prestigiose di “Repubblica”, Filippo Ceccarelli, la dottoressa Maria Grazia Proietti, la professoressa Stefania Parisi e la psicologa Grazia Attili. In platea , fra gli altri, il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo.