Il barista sotto casa può fare una multa a chi gli parcheggia davanti alla porta del bar? E il disabile che trova invaso lo spazio riservato per scendere dal marciapiede? No, non possono. Casomai debbono chiamare il vigile. E perché allora Busitalia può farlo? E’ regolare un verbale di contravvenzione che toglie due punti dalla patente oltre alla pecunia, se scritto su carta intestata Busitalia? E può stabilire una “pena” del genere uno che ha scritto sulle spalle “Ausiliario del traffico”? Ed infine: non fa pensare un poco agli avvoltoi il battere a tappeto l’area intorno all’ospedale nell’orario di visite senza comprendere le piccole infrazioni di necessità ed adottando un atteggiamento che è solo punitivo?
Ma come dar torto a quei commercianti (nei giorni scorsi si è mossa anche la loro associazione) che si trovano carichi di sanzioni perché fotografati ai nuovi varchi della Zona a traffico limitato?
Se da una parte si giudica vessatorio il comportamento degli “ausiliari del traffico” c’è da dire che prima di tutto sono gli automobilisti ad essere in difetto e la multa è come il tilt per il giocatore di flipper: punisce chi è scorretto.
Il problema, però, pare di più difficile soluzione. In certi punti vitali è necessario individuare parcheggi degni del nome o fornire un servizio pubblico di trasporto che dia certezze sulla frequenza e sulla puntualità del passaggio degli autobus. Perché, ad esempio, chi abita in periferia trova rari autobus in servizio dopo le 20? Perché una commessa che lavora in un negozio del centro deve rischiare di restare a piedi?
E contemporaneamente pare ora di rivisitare, e profondamente, il piano del traffico cittadino. Un manager che lavora a Terni e che prima è vissuto in varie città europee, alla richiesta su come si trova e che ne dice dell’organizzazione del traffico cittadino ha risposto più o meno: “Indefinibile… diciamo strano”. Insomma non s’era mai vista un’organizzazione simile.
La Ztl, intanto, appare troppo vasta per essere rispettata. Quando le leggi sono complicate e più facile che vengano a volte eluse. Senza contare altri guai: basta farsi un giro in centro. In tempi di difficoltà economica – che ancora dura per molti – c’è una fuga degli esercizi commerciali che magari si attestano al limitare della Ztl. Ma non solo i commercianti se ne vanno: professionisti, artigiani, uffici anche pubblici. Risultato: un centro depauperato, saracinesche abbassate, vetrine buie ricoperte di manifestini per annunci vari. Le strade spesso deserte, o almeno poco frequentate che, si sa, diventano poi habitat ideale per mascalzoni di vario genere. Un senso di abbandono e di declino desolante.
Rivedere il piano del traffico, seppur necessario non appare nelle possibilità di un commissario prefettizio. Intanto però qualcosa si potrebbe fare: per esempio fornire un servizio efficiente di trasporto pubblico.
A proposito si Busitalia…