“Ora, caro Michele, con la nostra fede e con la nostra preghiera apriamo le nostre mani e le eleviamo in alto così che tu, piccola ed ora forte rondine,
possa senza paura raggiungere, volando felice, le mani di Dio pronte a custodirti nel suo immenso amore. Da lì accompagnaci tutti, perché possiamo far volare nel bene più bello e prezioso la nostra esistenza quaggiù”. Lo ha detto il parroco don Carlo Maria Veronesi celebrando i funerali di Michele Merlo, il giovane cantautore deceduto il 6 giugno scorso a Bologna a causa di una leucemia fulminante.
“In questi giorni – ha aggiunto il sacerdote – ha notevolmente colto la mia attenzione il racconto di alcuni fan di Michele che trovavano nelle sue risposte alle loro paure, difficoltà e sofferenze, molto conforto ed aiuto per continuare a camminare nella vita. Michele lascia anche a noi anche questo esempio”.
“Non ci scoraggiamo e non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili – conclude don Carlo la sua omelia – ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne”.
Circa un migliaio di persone ha preso parte alle esequie che si sono svolte nello stadio di Rosà, sua città di origine. La metà, però, è dovuta rimanere fuori dallo stadio.
Per dire addio al figlio, Michele Merlo, i genitori Katia Ferrari e Domenico Merlo hanno scelto un video accompagnato dalle sue parole:
“Michele è nostro figlio ma è anche il vostro artista, l’ artista molte volte incompreso e da alcuni dimenticato, l’ artista con dentro un tormento di emozioni che ha saputo sfogare con le sue canzoni, perché solo così sentiva di essere Michele. Per prima cosa vogliamo ringraziare tutti, senza tralasciare nessuno, in particolare voi che darete voce a Michele per sempre”.
E per l’addio , appunto, hanno scelto parole e frasi scritte da Michele: “Abbiamo il cuore stanco di chi la vita l’ ha rincorsa, si chi ha detto un sacco di bugie, perché per dire la verità ci voleva forza. Una vita di silenzi, di sogni potenti, di non sentirsi mai abbastanza; porta pazienza.
Ma come glielo spieghi a quelli che la felicità non è niente per chi è sempre stato senza. Dai! Dimmi che sono un tipo triste adesso! Ma io triste lo sono diventato e vorrei chiudermi in una scatola che almeno al buio non lo vedo quanto è cattivo questo mondo malato… Io sto con quelli che ci credono davvero, che ogni giorno fanno a botte con le nuvole per un po’ di cielo sereno. E chiamaci stupidi.
E un giorno troveremo pure pace, e sarà più semplice di quello che crediamo; basterà accettare il buio e non volere per forza sempre luce. Ho paura dell’ amore e non del resto; ma non mi lascio perdere perché il mio sogno è questo, anche se fa un sacco male. Viviamo, ricordiamo, soffriamo; per sempre, come rondini nel temporale”.
Al termine della cerimonia, Alberto Bertoli, figlio di Pierangelo Bertoli, ha cantato un successo del padre, “A muso duro” mentre in cielo venivano liberati palloncini bianchi e farfalle.
Ai funerali hanno preso parte anche i leader di Lega e Fratelli d’Italia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, oltre al Presidente della giunta regionale del Veneto Luca Zaia.