La crisi al Comune di Terni ha subito una accelerazione oggi pomeriggio con due fatti decisivi: le dimissioni confermate dal sindaco Leopoldo Di Girolamo e la non approvazione dello stato di dissesto finanziario dell’ente. Il Partito Democratico, che pure sembrava avere i voti sufficienti per farlo, invece ha fatto mancare il numero legale, a causa di numerose assenze di consiglieri (ben 7) .
Ci si riproverà, inutilmente, sabato quando è stato convocato un nuovo consiglio comunale, allo scopo: cioè quello di approvare il dissesto finanziario dell’ente.
Scontato che non si arriverà a questo giacché alcuni consiglieri di maggioranza hanno già riconsegnato il loro badge personale e pertanto non saranno presenti in aula.
Alle ore 24 di lunedì 19 febbraio le dimissioni di Di Girolamo diventano effettive. Già nella mattinata di martedì si conoscerà il nome del commissario prefettizio che reggerà il Comune di Terni fino alle elezioni che, a questo punto, potrebbero tenersi anche nella prossima primavera. Il decreto di scioglimento del consiglio comunale, infatti, potrebbe essere firmato entro il 25 febbraio. A quel punto nulla osterebbe ad elezioni fra maggio e giugno.