“Saranno spesi 873 mila euro in tre anni, a Terni, per un progetto Sprar, il servizio di accoglienza integrata di richiedenti protezione internazionale della classe Msna, relativo ai minori stranieri non accompagnati. Appalto vinto da un’associazione temporanea d’imprese, costituita da tre associazioni ternane”.
Lo comunica Annalisa Spezzi candidata della Lega nel proporzionale alla Camera. “I fondi sono ministeriali e il Comune è cofinanziatore del progetto “solo” per 20mila euro circa – prosegue – Se ci sono emergenze più urgenti perché non vengono finanziati progetti a fini sociali che riguardano i ternani o di sostegno alle imprese del territorio? Ogni giorno ci giungono segnalazioni da parte di nostri concittadini in serie difficoltà economiche: dagli anziani con pensioni minime costretti a pagare anche per visite mediche private dati i tempi biblici relativi alle prenotazioni della sanità pubblica locale, ai commercianti in serie difficoltà considerato il consistente peso delle tasse da pagare sommato all’attuale crisi economica a tutti ben nota, agli ex commercianti ed ex imprenditori che sono stati costretti a chiudere attività decennali perché esasperati, non solo dalla crisi, ma anche dalle difficoltà di accesso al credito. Sarebbe auspicabile – aggiunge Spezzi – una presa di coscienza da parte degli amministratori locali di quelle che sono le reali condizioni di vita di molti nostri concittadini, nonché la valutazione di possibilità alternative per il rilancio dell’economia locale ed anche del turismo, considerando la corposa presenza di siti d’interesse nella nostra provincia, troppo spesso sottovalutati e non valorizzati e che potrebbero consentire la nascita di nuovi posti di lavoro.
Confidiamo, inoltre, visti i recenti fatti portati alla luce proprio dalla Lega riguardo alle inottemperanze e irregolarità degli Sprar di Narni, che la situazione venga adeguatamente monitorata per far sì che un simile progetto porti realmente a un percorso d’integrazione – conclude la rappresentante della Lega – e non sia soltanto ciò che troppo spesso appare, vale a dire un business sulle spalle dei più deboli.