Graziana Meschini, classe 1919, era figlia di Giovanni Meschini (1888- 1977) professore di disegno e calligrafia, nonché titolare dello studio di pittura decorativo Ars Nova a Terni, specializzato nella realizzazione di cartoline sacre e profane, bozzetti, tempere e soprattutto le stampe au pochoir, una particolare tecnica basata su un procedimento di coloritura che prevedeva l’applicazione dei colori sul disegno mediante l’ausilio di “mascherine” di cartone o di metallo. Graziana seguì le sue orme da giovanissima. Lo storico dell’arte Michele Benucci ha realizzato un interessante lavoro di ricerca teso a ricostruire l’operato di questa artista morta nel 1999, pubblicato sull’ultimo numero doppio della rivista “Memoria Storica”. Per l’occasione è stata allestita anche una piccola mostra di disegni risalenti al periodo della formazione presso il museo De Felice di Terni, visitabile fino al 6 gennaio.
Tra le opere in esposizione anche “un espressivo ritratto a carboncino eseguito da Graziana, dove si può riconoscere il profilo del pittore ternano Guido Mirimao, lo stesso artista che nel medesimo anno (1934) raffigura con una vista di tre quarti, proprio la giovane Graziana”.
L’artista si inserì da giovanissima, 1935, tra gli artisti già affermati (Prencipe, Ciaurro, Castellani, Teofoli, Mirimao) che parteciparono alla “Mostra di pittura scultura bianco e nero” tenuta presso il nuovo Palazzo Provinciale dell’Economia di Terni. Ed espose anche nel 1938, alla “Mostra Interprovinciale del Sindacato Fascista di Belle Arti” sempre a Terni. È alla fine di quest’anno che Graziana si trasferisce a Roma con la famiglia per partecipare attivamente all’attività paterna fino alla sua chiusura.