L’area archeologica di Carsulae continua a restituire tesori nascosti per secoli. L’ultimo è una serie di pavimentazioni decorate a mosaico. In particolare gli ambienti sinora individuati sono un ampio atrio con pavimentazione in scutulatum (una sorta di mosaico a tessere nere con innumerevoli inserti di lastre marmoree e di calcite bianca di varie forme e dimensioni); l’ala ovest con pavimentazione a mosaico raffigurante un porticato posto sulla soglia e decorazione geometrica a quadrati e rettangoli nella parte centrale; un cubicolo sempre con mosaico a decorazione geometrica raffigurante un gioco di esagoni, rombi e cubi; parte del tablino e di due corridoi laterali a sud dell’atrio.
Le indagini in quell’area – finanziate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni che ha stanziato oltre 28.000 euro per il 2017 – sono giunte alla sesta campagna di scavo, che si è svolta da maggio a tutto settembre presso il Quartiere Nord-Est. È stato completato lo scavo e recuperato materiali, per lo più ceramici, di una grande discarica di epoca augustea localizzata lungo il lato settentrionale della grande dolina posta al centro di Carsulae, a valle della strada basolata già individuata e riportata alla luce negli anni precedenti. Tutti i reperti (alcune migliaia di frammenti) sono già stati lavati, classificati, inventariati e in parte studiati, permettendo di avere un quadro più preciso circa la frequentazione dell’area nel I sec. a.C. Inoltre, sempre in questa zona, si è proseguito con lo scavo di alcune strutture poste a ridosso del margine superiore della dolina, incassate nel banco di travertino, rinvenendo i resti di un acciottolato tardoantico che copriva una strada più antica scavata direttamente nella roccia. Ma i risultati più clamorosi si sono avuti presso l’area del foro, scavata in maniera parziale nel 1953 dall’allora ispettore alle antichità Umberto Ciotti, per poi essere lasciata nel più assoluto abbandono. Qui sono stati riportati alla luce e resi fruibili ai visitatori del Parco Archeologico i resti del podio del Capitolium (il tempio più importante della città, ancora tutto da scavare e restaurare), del basamento di un sacello e di un grande lastricato scavato anch’esso in maniera parziale. Le indagini si sono poi spostate alle spalle del lato meridionale della piazza forense dove, su un’area di circa 100 metri quadrati mai indagata prima, sono riemerse le strutture di una domus e forse anche di un’altra. Oltre a trattarsi della prima scoperta di edilizia residenziale a Carsulae, il rinvenimento riveste caratteri di assoluta eccezionalità per il sito poiché, sempre per la prima volta, sono state individuate delle pavimentazioni decorate a mosaico. Al termine dello scavo, effettuato tra luglio e settembre, è stato possibile documentare la presenza di almeno 5 tappeti musivi, tutti databili ad epoca augustea e pertinenti quindi alla prima fase edilizia delle abitazioni. Infine, è stato individuato un ulteriore ambiente pertinente con ogni probabilità ad una seconda domus. Questo, di cui è stata scavata solo una piccola parte di circa una decina di metri quadrati, dovrebbe avere dimensioni in pianta di circa 10 x 10 metri e si presenta decorato con un grande mosaico raffigurante una cinta muraria con torri e merli posta lungo il bordo e un meandro a svastiche concatenate e quadrati nel campo centrale.
Già ad ottobre, per poter garantire la conservazione delle scoperte e permettere il completamento delle indagini nelle prossime campagne di scavo, si è proceduto con i primi restauri e consolidamenti.
Tutte le operazioni di scavo e ricerca sono state condotte in regime di concessione ministeriale rilasciata all’Associazione ASTRA Onlus, sotto la direzione scientifica degli archeologi Luca Donnini e Massimiliano Gasperini coadiuvati dai restauratori Nicola Bruni e Angelica Catozzi i quali hanno operato in stretto contatto con Gabriella Sabatini, funzionario della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.
Alle indagini hanno preso parte anche alcuni studenti di discipline archeologiche provenienti in prevalenza dalle Università della Tuscia e di Bologna. Inoltre, anche quest’anno, è proseguita la collaborazione con la Professoressa Jaye McKenzie-Clark del Dipartimento di Storia Antica della Macquarie University di Sydney che ha permesso di ospitare un gruppo di studenti australiani.
Per chiunque fosse interessato, domenica 12 novembre alle ore 11 sarà possibile effettuare una visita guidata gratuita agli scavi durante la quale saranno illustrate direttamente sul campo le nuove scoperte prima che vengano realizzate le necessarie coperture invernali utili a proteggere le pavimentazioni mosaicate dal gelo.