Bruno Marcelloni riesce a rendere forme che attengono alla tecnologia, nello specifico telefoni cellulari, in testimonianza d’arte. L’astrattista umbro, con oltre cinquant’anni di attività alle spalle, ha iniziato un nuovo ciclo dal titolo “Burned Brains” e alcuni dei suoi ultimi lavori sono esposti presso l’Atelier Arte&Decò di via Fratti a Terni, a cura di Franco Profili.
Lo stesso Bruno Marcelloni racconta: “’Spegnete Facebook e baciatevi diceva una scritta su un muro di Roma’. Assorti e dipendenti dall’anestetico dell’anima, spinti fuori dalla natura e dal contatto umano, verso un isolamento ed una passività priva di creatività. Solitaria disperazione. Paura del silenzio”.
E così sono nate le sue ultime opere, nelle quali si riflette il vivere quotidiano. Un gioco astratto di linee e forme contaminate con inserti materici, pezzi di cellulari frantumati metafora di una società alienata, omologata, chiusa in un mondo virtuale che nega ogni contatto umano. L’esacerbazione della materia, le lacerazioni degli elementi, il tocco vibrante della pennellata, dinamico, pastoso, il sapiente cromatismo, paiono proponimenti di angosce esistenziali per una civiltà tecnologica recepita come drammatico isolamento, barriera che preclude scambi emozionali.
“Fatto a pezzi, il telefonino si rigenera, scrive Maurizio Terzetti nel catalogo, nella sua realtà di mezzo di comunicazione, il telefonino ha creato le infinite solitudini di persone che, proprio ritenendo di mettersi in contatto fra di loro per mezzo suo, si allontanano e si separano nell’assoluta incomunicabilità e nella perdita di interesse per il mondo vero, reale, che ci scorre davanti agli occhi e ci passa per le mani”. “L’ingombrante “protesi” della macchina-telefonino fonte di isolamento e dipendenza, viene distrutta, scrive Claudia Bottini, per creare opere materiche dove il colore esplode insieme al cellulare”.
La mostra di Bruno Marcelloni è corredata da un catalogo con testi critici di Claudia Bottini e Maurizio Terzetti e sarà visitabile, presso l’Atelier Arte&Decò, fino al 28 ottobre.