La società San Vincenzo de’ Paoli ha tracciato il bilancio dell’attività svolta nel 2016 in occasione dell’assemblea annuale della associazione cattolica che opera in ambito caritativo e che in diocesi conta 13 conferenze parrocchiali e 1 che gestisce il Centro di Ascolto presso la sede centrale.
La relazione consuntiva delle attività svolte nel 2016 è stata curata da Antonella Catanzani che lascia la presidenza dopo 16 anni. A prendere il suo posto è Marcello Petrini che ha presentato il nuovo ufficio di presidenza eletto nel mese scorso e composto da: Roberto Reale vicepresidente,Gildo Ranalli tesoriere; Giuseppe Sabatini, segretario e Federica Inches, Orlando Ungari e Maria Grazia Masia.
«Nel 2016 sono state aiutate 2300 persone, di queste 345 sono minori – spiega Antonella Catanzani – 797 le famiglie. Continua il trend negativo iniziato l’anno precedente: gli assistiti risultano diminuiti ma non perché siano diminuiti i poveri, è diminuita la nostra capacità di dare risposte efficaci a tutti perché le condizioni delle famiglie che già aiutiamo si sono aggravate e necessitano di maggiore impegno sia economico che di sostegno morale. Rispetto al 2014 abbiamo aiutato 435 persone in meno, 1670 persone in meno negli ultimi due anni. Questo perché abbiamo fatto un migliore monitoraggio e selezione dei casi seguiti e un buon lavoro di rete, ma anche e soprattutto perché abbiamo avuto momenti di difficoltà economica».
Del totale delle persone aiutate il 55% sono italiani, 15% comunitari e 30% extracomunitari. Continuano ad aumentare le famiglie italiane aiutate anche con il sostegno morale e spirituale, perché la povertà sicuramente pesa più su chi la vive come una nuova situazione, su chi un tempo aveva risorse anche per aiutare le persone più bisognose.
Sono stati distribuiti aiuti per circa 145.000 euro , il 10% in più dello scorso anno nonostante il calo delle famiglie assistite. Gli interventi si concretizzano essenzialmente in cinque settori in cui si sono rilevate le maggiori criticità secondo il progetto “Aiutiamoli a sopravvivere con dignità” che è stato finanziato in buona parte dalla Fondazione Carit: pagamento di affitti, spese condominiali e utenze (luce, acqua e gas), distribuzione di circa 12.000 pacchi composti da generi alimentari e prodotti per l’igiene della persona e della casa, pagamento di testi, materiali scolastici e spese per il servizio di trasporto e mensa, pagamento di medicinali, ticket sanitari e visite mediche, momenti conviviali volti all’integrazione e alla socializzazione, in particolare nel periodo natalizio e culminanti con la grande Festa della Befana che ha coinvolto circa 500 persone tra bambini, genitori, soci e benefattori.
«Le nuove povertà sono quelle delle tante giovani famiglie che, con difficoltà, palesano lo stato di bisogno che si sta vivendo come nuova e inaspettata fase di una vita che era stata progettata con l’entusiasmo di chi pensa di avere la certezza del lavoro – spiega ancora Catanzani -. Inoltre, seguendo il trend dello scorso anno, diverse famiglie straniere, soprattutto comunitarie, sono state costrette a lasciare la città a causa del perdurare della mancanza di lavoro e ai sono trasferite al nord Italia o in altri Paesi Europei. Cominciamo a verificare lo stesso fenomeno anche nei singoli, italiani e stranieri, in maggior parte giovani e di sesso maschile, in cerca di prospettive migliori altrove».
La casa di Federico – E’ una casa ideale a cui fanno riferimento tutte le persone che vivono in strada. Nell’attività del giro notturno di assistenza ai senzatetto, nei tre giorni di uscita serale che impegna 18 volontari, sono stati distribuiti 25 sacchi a pelo, 35 coperte, calzature e vestiario, 120 sacchetti con prodotti per l’igiene personale e 2900 sacchetti con generi alimentari. Inoltre sono stati aiutate persone malate ricoverate in ospedale nel provvedere al necessario corredo oltre a sostenere spese per medicinali e visite mediche. La maggior parte delle persone incontrate vive soprattutto in strada ma ha un posto dove dormire magari per un tempo limitato perché ospiti di qualcuno o della Caritas o della parrocchia di Santa Croce, si fa trovare alla stazione soprattutto per parlare. Nell’anno abbiamo incontrato 54 persone. Di queste: 9 sono donne e 45 uomini; 29 sono italiani, 14 comunitari e 11 extracomunitari, circa la metà delle persone le abbiamo incontrate una sola volta, le altre in maniera costante. Continua la collaborazione con il Comune e le altre associazioni nel progetto Notti Sicure.
Emporio Bimbi – Risultati positivi, infine, per lo spazio dedicato ai bambini che fornisce tutti quei beni essenziali che spesso mancano nelle case: dagli alimentari ai pannolini ai prodotti per l’igiene personale, al materiale scolastico, abbigliamento, giocattoli e attrezzature per la prima infanzia. Sono oltre 200 i bambini che in questa fase iniziale hanno aderito al progetto, di ogni nazionalità: italiani, ucraini, tunisini, kosovari, macedoni e filippini, africani. Una sorta di piccolo modello di integrazione, perché si possono conoscere coetanei provenienti da diverse parti del mondo. L’attività prioritaria è l’erogazione di servizi: aiuto compiti, ludoteca, baby sitter, laboratori didattici e creativi. Per questo il progetto ha già attratto nuovi volontari che si uniscono a quelli che già prestano servizio nelle varie conferenze, professionisti che si dedicheranno ad incontri formativi ed insegnanti per l’aiuto compiti.
VOLONTARI: Sono 116 tra soci e volontari esterni, due terzi sono donne, il 60% ha oltre 65 anni. Grazie anche all’apertura dell’Emporio Bimbi nuove persone, relativamente giovani, sono entrate a prestare servizio nella S. Vincenzo. Iniziano come volontari esterni e, dopo un periodo di formazione, se valutano che questa può essere la loro vocazione, possono diventare soci a tutti gli effetti. Positiva l’esperienza del progetto di alternanza scuola lavoro con il Liceo Galilei che ha dato ai giovani la possibilità di conoscere la nostra realtà.