Sgominata una banda ben organizzata di spacciatori che riforniva di stupefacenti i giovanissimi dell’area orvietana. Giovani pusher che, credendo di eludere i controlli, erano convinzione di essere superiori alla legge. Ma alle prime luci di questa mattina, ad Orvieto, Viterbo e Perugia, 40 militari della Compagnia Carabinieri di Orvieto, coadiuvati da quelli delle Compagnie di Montefiascone e Perugia, con il supporto di unità antidroga del Nucleo Carabinieri Cinofili di Roma, hanno posto agli arresti domiciliari cinque ragazzi di età compresa fra i 19 ed i 24 anni, un altro di 37anni è stato invece raggiunto dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora. 7 giovani indagati a cui si aggiungono 4 minori. Sei le perquisizioni domiciliari effettuate nei confronti di altrettanti soggetti di età compresa tra i 18 ed i 23 anni, ritenuti a vario titolo responsabili del reato di cessioni illecite continuate ed aggravate di sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana ma anche eroina e cocaina. Durante l’indagine, denominata “Albornoz” prendendo spunto da uno dei luoghi di spaccio della combriccola, sviluppata nel periodo settembre 2016 – febbraio 2017, i militari avevano già denunciato 5 soggetti sequestrando 200 grammi di hashish e marijuana, 20 grammi di eroina, 10 grammi di cocaina, numerose bilance elettroniche di precisione, materiale per il taglio ed il confezionamento delle dosi, identificando ed interrogando oltre 50 assuntori, alcuni dei quali minorenni. I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Orvieto, coordinati del Procuratore Capo della Repubblica di Terni Alberto Liguori e dal Sostituto Procuratore Raffaele Pesiri, ha preso il via da un’approfondita analisi preliminare delle principali zone di spaccio del comprensorio. Utilizzando metodi d’indagine di natura tradizionale (circa 120 servizi di pedinamento, 300 ore di osservazione con una media di 2 pattuglie ogni giorno) supportati da attività tecniche, è venuto alla luce un diffuso consumo di stupefacenti che assume, per il numero e la giovanissima età dei soggetti coinvolti, alcuni dei quali minori, nonché la varietà delle sostanze assunte, contorni particolarmente preoccupanti. E’ infatti emerso come molti dei ragazzi da semplici assuntori, un poco alla volta, si siano trasformati in spacciatori o in procacciatori di clienti, creando una fitta rete di acquirenti tra i loro coetanei, i cui profitti venivano reinvestiti nell’acquisto di droga. I giovani spacciatori utilizzavano anche un linguaggio convenzionale e criptico composto da frasi quali: “me serve un aiuto”, “mi serve un favore”, “ce potemo beccà al volo?”. L’attività investigativa ha permesso di accertare complessivamente oltre 600 episodi di spaccio avvenuti su Orvieto e dintorni anche a ragazzi giovanissimi, addirittura in qualche caso 13enni, studenti quindi delle Medie o delle Superiori.