Carlo Ottone è e co-founder e Direttore Generale di MICH, già Presidente di Asm Multiservizi e assessore alla Provincia di Terni.
1) In breve proposte per lo sviluppo della Regione Umbria in tutte le sue peculiarità territoriali
-Ci troviamo nel pieno di una rivoluzione tecnologica globale che sta già cambiando i modelli organizzativi, i processi produttivi delle aziende e quindi i prodotti e i servizi e cambieranno e si trasformeranno figure professionali e competenze, l’intelligenza artificiale entrerà in molti di questi contesti. Appare quindi necessario ripensare ed accompagnare lo sviluppo in tutti i contesti umbri. Per fare questo è importante dotarsi di infrastrutture materiali ed immateriali in grado di supportare nel miglior modo possibile uno sviluppo sostenibile. È impensabile avere dei collegamenti ferroviari e stradali che rappresentano attualmente più lo svantaggio che il vantaggio del fattore competitivo. In questi anni si è molto discuso di questi temi ma il bilancio è piuttosto impietoso, non siamo dotati né di alta velocità (ne sanno qualcosa i pendolari) né di strade ed arterie veloci, basti pensare alla E45. L’aeroporto continua ad essere un’ottima intuizione che ad oggi ha prodotto minimi effetti. Per questo motivo dobbiamo stringere un nuovo patto per lo sviluppo che tenga insieme tutti i territori dell’Umbria, ognuno con le sue peculiarità. Un Umbria aperta e non richiusa in sé stessa e al contempo cerniera tra i due mari e punto di scambio dell’Italia di mezzo. Altri fattori necessari sono l’innalzamento della qualità dei servizi pubblici e la ricerca dell’eccellenza nei settori privati, del costo dell’energia, fattori localizzativi fondamentali per essere competitivi con tutti gli altri territori europei.
Diventa strategico per le considerazioni fatte accompagnare e potenziare lo sviluppo tradizionale dei nostri territori con nuovi assets legati all’innovazione di processi sociali ed aziendali, a nuove forme di sistemi territoriali sostenuti da innovazioni anche finanziarie che portino a nuovi paradigmi sociali. Sostenere il processo di Smart city per le città umbre più grandi e di ripopolamento delle aree montane con investimenti e una normativa pensata per una fase di una completa “distruzione creativa” adatta ad una società contemporanea che vuole guardare al presente e al futuro con occhi diversi. Connettere le nuove tecnologie con l’industria e con il binomio cultura-turismo sostenibile, incentivare i modelli agili di forme societarie come le start-up innovative per far rimanere le nuove generazioni in un territorio bello come il nostro e far ritornare chi ha scelto di andare a lavorare in paesi esteri. Per invertire la tendenza c’è bisogno di una formazione qualificata e “rigenerativa” per rispondere alle nuove esigenze del mercato del lavoro.
2) Una ricetta per rivitalizzare i centri cittadini nell’ottica di città dinamiche
– Quello che stiamo vivendo in tutto il vecchio continente, in Italia ma soprattutto in Umbria è l’inverno demografico. Tutti i nostri sforzi devono essere concentrati sulla capacità di promuovere strategie credibili in questo senso. Strategie che mettono al centro i giovani e le famiglie, politiche che siano capaci di regolare in modo migliore l’immigrazione e combattere l’emigrazione dei nostri giovani. A questo punto occorrono una serie di misure da attuare nei tempi e nei modi opportuni che vanno dal sostegno al cosiddetto commercio di prossimità che è in agonia, anche in termini fiscali o di incentivo, ad una adeguata politica di creazione di un marketing cittadino con la creazione di nuovi brand che rafforzino l’identità dei territori, fino ad investimenti sul decoro e la sicurezza urbana. Per esempio, una maggiore attenzione ai servizi fondamentali (gestione dei rifiuti, qualità dell’acqua e del servizio idrico, qualità e controllo delle sostanze inquinanti dell’aria ecc.), utilizzo delle reti intelligenti (smart grid) per gestire l’efficientamento energetico, la collaborazione tra reti di commercianti di vicinato e le istituzioni per progetti che devono essere, laddove di interesse reale, incentivati e non ostacolati. Il tutto senza demonizzare la grande distribuzione che però deve essere pianificata saggiamente. È chiaro che sotto il profilo di una maggiore vivibilità dei centri urbani un ruolo significativo sarà dato anche dalla capacità di costruire nuovi attrattori sociali e culturali, ampliando l’offerta culturale e formativa.
– Credo sia incivile e irresponsabile non essere al fianco delle famiglie che vivono la disabilità. Tema delicato e complesso che non si può declinare separatamente dalla visione che abbiamo del pianeta sanità e delle risposte che deve dare al cittadino. La sanità pubblica e il rilancio di presidi efficaci e qualificati sul territorio devono essere la priorità del vivere di una comunità. Lo smantellamento della sanità pubblica perpetrato in questi ultimi anni deve far ripensare nuovi approcci verso le disabilità e una società sempre più anziana che merita le giuste cure e le giuste tutele normative.