La stagione 24/25 del teatro Manini di Narni, organizzata dal Teatro Stabile dell’Umbria in collaborazione con l’amministrazione comunale, ospita l’eclettico artista Matthias Martellicon il suo nuovo spettacolo prodotto dal TSU “Eretici. Il fuoco degli spiriti liberi”, in scena domenica 3 novembre alle ore 17.
Ci sono donne e uomini che nei secoli hanno percorso strade diverse da quelle indicate: sono scienziati, filosofi, artisti, pittori, giornalisti, liberi pensatori, che hanno scelto di essere dissidenti, rischiando la loro stessa esistenza.
Matthias Martelli intreccia le vite di questi spiriti ribelli, raccontando come il loro pensiero ardente, ostacolato e deriso, abbia oltrepassato il tempo: da Giordano Bruno a Galileo, da Caravaggio a Pasolini, passando per streghe, papesse, rivoluzionarie, fino a toccare il nostro tempo.
Sulla scena un attore e tre cantanti disegneranno, con i loro corpi e le loro voci, personaggi, epoche, luoghi, storie, unendo tragico e comico, grottesco e poesia, per scoprire infine che gli eretici sono ancora fra noi. Il fuoco dei loro pensieri non è diventato cenere ma arde ancora, e il loro coraggio ci pone una domanda: siamo ancora capaci di essere eretici?
“La tradizione dei giullari medievali, riscoperta da Dario Fo, è la base stilistica di Eretici: la fisicità, la mimica e la voce sono pienamente al centro della scena – spiega Martelli nelle sue note – Il corpo dell’attore si trasforma e si trasfigura, la sua voce muta timbri e registri: così un solo interprete assume in sé decine di personaggi. (…) Ho iniziato a scrivere questo spettacolo pensando che gli eretici fossero gli sconfitti, i 3 condannati della Storia. – continua l’artista – Ho scoperto invece che la loro forza innovativa è trionfante: hanno sprigionato una luce così potente da oscurare le terribili violenze dei loro persecutori. In realtà i perdenti sono proprio gli aguzzini. Non ci interessano i loro nomi, e le loro azioni sono perlopiù ripugnanti. Sono invece gli eretici, i dissidenti, i ribelli che hanno conquistato la ribalta sul palco della Storia. D’altronde, come diceva Brecht: la verità non è figlia dell’autorità, ma del tempo”.