“Questa giornata di fine anno, passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo, è come una cesura nell’esistenza personale, del vivere civile, della storia. E’ una celebrazione insieme festosa e pensosa. Un momento nel quale si intrecciano memoria, ringraziamento, invocazione per l’anno nuovo nel nome di Maria Madre di Dio”.
Celebrata dal vescovo Giuseppe Piemontese, nella Cattedrale di Terni, la solenne messa di ringraziamento di fine anno con il canto dell’antico inno del “Te Deum”. Alla celebrazione erano presenti i canonici della Cattedrale di Terni, il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Flamini, il comandante dei carabinieri di Terni colonnello Giovani Capasso, i rappresentanti delle autorità militari e il gonfalone del Comune di Terni.
“Volgiamo lo sguardo fugace alle situazioni e alle vicende civili e sociali dell’anno – ha detto il vescovo – quelle mondiali, le guerre, la Siria, paesi del Mediterraneo, Europa est; gli attentati: Parigi, Nizza, Germania; quelle nazionali: terremoto, ma anche la grande gara di solidarietà e di generosità vista. L’emigrazione con i problemi connessi, ma anche con gli interrogativi provocati dagli squilibri politici, sociali e ambientali di tanti paesi specie dell’Africa, insieme alla generosa accoglienza messa in moto da un’ampia base di cittadini. La precarietà economica, politica e sociale che attanaglia specie il nostro paese che vede accrescere il numero dei poveri e i milioni di persone che “sognano” un lavoro. Anche il nostro territorio soffre per la situazione di crisi economico-finanziaria, con un turbamento diffuso per il sospetto di illegalità e la percezione di insicurezza, ha aggiunto monsignor Piemontese, anche se le statistiche dicono che i reati sono diminuiti e l’impegno di amministratori e forze politiche e sociali è accresciuto per migliorare la condizione del bene comune. Come Chiesa non possiamo non ricordare e ringraziare per l’Anno Santo della misericordia, per le tante opere di carità in essere e quelle che si sono aggiunte, l’istituzione delle Comunità Pastorali e l’avvicendarsi dei parroci che aprono nuove prospettive di rinnovamento e di bene delle anime nei vari territori.
Forse la memoria e il bilancio è in rosso, l’amarezza per le opportunità perdute o non riconosciute è persistente e la tentazione del pessimismo e della rassegnazione è incombente.
Un anno è passato e un altro sta per cominciare ed ognuno, a modo suo, apre il cuore alla speranza. Tutti sappiamo che dopo ogni notte viene l’aurora di un nuovo giorno. Dopo ogni inverno sboccia la primavera. Per i discepoli di Gesù però non sono le stagioni che dettano il ritmo. E’ la Parola di Dio e i tempi della liturgia che conduce a riprendere il cammino. Siamo mossi dalla consapevolezza che è Dio che guida la storia e la conduce alla realizzazione della perfezione, alla pienezza della felicità dei suoi figli”.
Il vescovo ha quindi rivolto un pensiero per la giornata del primo gennaio, in cui la Chiesa cattolica celebra la 50^ giornata per la pace, ricordando le parole del cardinale Martini: “La pace è il più grande bene dell’umano, perché è la somma di tutti i beni messianici. Ma pace non è solo assenza di conflitto, cessazione delle ostilità, armistizio. Pace è frutto di alleanze durature e sincere, a partire dall’alleanza che Dio fa in Cristo perdonando l’uomo, riabilitandolo e donandogli se stesso come partner di amicizia e di dialogo in vista dell’unità di tutti coloro che egli ama” e sottolineando l’impegno di ogni cristiano come costruttore di pace: “E’ una pace che viene dall’alto e chiede il contributo di ogni uomo – ha detto monsignor Piemontese – che diventa artigiano della pace, ogni giorno”.