Questa mattina davanti alla sede di Enel Green Power di Terni, a Villa Valle, si è tenuto un presidio organizzato da Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil Umbria.
I segretari generali Stefano Ribelli (Fitctem Terni), Ciro Di Noia (Flaei Umbria) e Doriana Gramaccioni (Uiltec Umbria) hanno ribadito di fronte che vogliono scongiurare la chiusura del centro di teleconduzione di Terni, “che secondo quanto comunicatoci dall’azienda, dovrebbe avvenire alla fine di questo mese”.
In sintesi le ragioni. “Non ci possiamo permettere la perdita di un centro importante come questo anche perché si tratta dell’ultimo centro direzionale Enel in Umbria. Se ciò avvenisse, vorrebbe dire che la nostra regione subirà un ulteriore ridimensionamento. Questa scelta, infatti, si va ad aggiungere alla perdita della direzione Area Rete su Perugia (acquisita a suo tempo dalla Marche), allo spostamento della direzione, all’incertezza sul futuro industriale e al ridimensionamento dei livelli occupazionali di Pietrafitta (malgrado il nuovo impianto manca una visione industriale per il futuro), alla chiusura dell’impianto di Bastardo (che negli anni ’90 occupava circa 240 unità più l’indotto) e alla chiusura, sempre in quel territorio, del polo di eccellenza di formazione dell’Enel – il Nucleo Addestramento Specialistico a Gualdo Cattaneo”.
“Passando agli asset ternani – aggiungono Ribelli, Di Noia e Gramaccioni – oltre alla chiusura del laboratorio misure e prove e teletrasmissioni abbiamo assistito a un grande ridimensionamento della forza lavoro delle officine di Manutenzione Specialistica che si occupa di manutenzione a livello nazionale (un tempo si contavano 150 unità e oggi meno di 20). In questo caso abbiamo subito un’esternalizzazione delle attività a vantaggio di aziende esterne prevalentemente di fuori regione. Oltre a questo, sempre nel ternano, c’è stata una riduzione anche del personale che presidia e gestisce la manutenzione degli impianti dell’asset della nostra realtà. Questo si riflette sulla sicurezza degli operatori e sulla sicurezza idraulica del territorio. Se venisse meno la conoscenza degli impianti che hanno i lavoratori del posto di teleconduzione sarebbe un’aggravante e un ulteriore rischio per gli operatori degli impianti e delle dighe, soprattutto nella gestione delle emergenze idriche (piene e maltempo)”.
Alla luce di tutto questo, i sindacati dicono “no” a un ulteriore depauperamento del territorio “effettuato da Enel in modo unilaterale. Chiediamo per questo la creazione di un tavolo partecipativo e fattivo con le istituzioni locali, regionali e nazionali, per far sì che l’azienda torni a investire in maniera concreta in Umbria. Chiediamo inoltre a tutte le forze istituzionali, alla Regione Umbria in particolare, quale proprietaria della concessione, di lavorare a un percorso con Enel diverso da quello intrapreso fino a oggi, in modo che siano incrementati gli investimenti nel nostro territorio con l’obiettivo di accrescere le funzioni attualmente presenti e aumentare i livelli occupazionali e lo sviluppo del territorio ternano. Dobbiamo tornare al nostro prestigioso passato: per troppo tempo abbiamo assistito all’allontanamento dall’Umbria di centri direzionali e produttivi da parte di molteplici aziende (alcune a partecipazione statale). Tutto questo non possiamo più tollerarlo ma, soprattutto, non possiamo più permettercelo.
Esortiamo, a questo punto, a difesa del PT di Terni, una battaglia istituzionale di tutte le forze politiche unite ai sindacati, volta al mantenimento di obiettivi comuni a difesa del territorio e degli impegni presi a conclusione della manifestazione”.
Tra i presenti alla manifestazione l’assessore all’ambiente della regione Umbria, Thomas De Luca.
“Non siamo ospiti a casa nostra – ha affermato De Luca – Metteremo in campo, sin dai prossimi giorni, tutte le iniziative per far rispettare il territorio a cominciare da una ricognizione di tutti gli impianti che sono di proprietà della Regione. La chiusura unilaterale del Posto di Teleconduzione è nei fatti un atto di aggressione irricevibile del nostro territorio – ha aggiunto l’assessore – in particolare verso l’Umbria meridionale che negli ultimi decenni è stata spogliata di asset strategici fondamentali. Un’azione che crediamo sia direttamente conseguente alle scelte della Regione Umbria in merito alle grandi derivazioni idroelettriche sulle future concessioni. Vogliamo rassicurare il concessionario che non faremo nessun passo indietro. Riteniamo che Enel sia un player di fondamentale importanza anche in ottica delle future gare, ma la nostra determinazione a difendere la sicurezza e il futuro del territorio umbro viene prima di tutto. Se Enel volesse andare avanti su questa strada, noi ricostituiremo il Punto di Teleconduzione subito dopo il reingresso della Regione Umbria all’interno della gestione delle centrali”.