“Fino a 3 anni fa il mondo si basava su regole che venivano violate ma rimanevano come regole , rimanevano un riferimento che potevano aiutarci a capire e a guidare, con l’avvio dell’aggressione russa all’Ucraina e l’arrivo alla Casa Bianca di Trump, queste regole non ci sono più, vale solo l’uso della forza. Un mondo dove vige solo l’usa della forza è un mondo pericoloso”.
Lo ha detto il generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore della difesa e dell’aereonautica, intervenuto a Terni a un dibattito organizzato da “Azione”, il partito di Carlo Calenda. Il generale è oggi responsabile Sicurezza e Difesa di Azione.
“Io sono un filo israeliano viscerale – ha detto Camporini – ma credo che Netanyahu sia il peggiore nemico del suo popolo, che lo stia portando a una situazione insostenibile alienando ogni simpatia nell’opinione pubblica mondiale”.
RUSSIA-EUROPA
Su un ipotetico attacco di Putin all’Italia e all’Europa, Camporini ha detto: “attualmente la Russia è impegnata sul fronte ucraino e tutte le risorse sono dedicate a quello. Quanto accaduto in Polonia con lo sciame di droni ci dice che le intenzioni di Putin sono quelle di riprendersi ciò che era suo: la Moldavia, i paesi baltici, una parte della Polonia, quindi il rischio di un’aggressione c’è e dovremmo essere pronti”.
PRONTI A DIFENDERCI?
“Abbiamo una situazione abbastanza critica delle nostre forze armate, Vale per noi e per tanti altri paesi europei. Ricostruire quello che è stato smantellato richiede tempo, speriamo di averlo”.
RISORSE PER IL RIARMO?
“Abbiamo il dovere di riarmarci per poterci disarmare. Bisogna considerare le esigenze operative da soddisfare poi si vede quanto costano e si cercheranno i soldi pe realizzarle”.
LEVA OBBLIGATORIA?
“Lo ritengo poco realistico e con una utilità operativa molto marginale. Serve invece costruire una forza di riserve, mantenerle aggiornate e poterle richiamare”
STRANIERI NELL’ESERCITO?
“Perché no – ha risposto il generale Camporini – accade in tanti latri paesi, gli Stati Uniti, la Francia, è una opzione da prendere in esame”, (vista la difficoltà nel reclutamento, ndr)