Al museo archeologico per combinare le antiche presenze che custodisce con i proverbi antichi che Flavio Frontini ha raccolto nel volume “Trillurì, Trillurà – duemila proverbi ternani”. Un’iniziativa curata dalle Coopsociali Actl e Alis _ Gestione Servizi Museali della città di Terni con la partecipazione di Comune di Terni – Direzione Servizi Sociali – Uffici della Cittadinanza Centro e Colleluna, Centri Socio Culturali Il Palazzone e Quartiere Polymer, Centro Sociale Guglielmi e ANCeSCAO Umbria Sud.
Il museo archeologico, quindi, è diventato luogo narrante dei proverbi della cultura popolare ternana in un percorso che ha visto un’ampia partecipazione con Flavio Frontini che si è fatto portavoce di questa sapienza antica.
“Io mi rendo disponibile alla gente per proporre, una volta di più, questo bene immateriale culturale che è il dialetto, ha affermato, in particolare il dialetto ternano che è eccelso secondo il mio modesto avviso, perché presenta delle caratteristiche, delle particolarità ereditate dal latino che abbiamo solo noi, gli spoletini e i reatini in tutta Italia. Ad esempio il genere neutro, nel ternano le materie sono neutre. “Lu” introduce cose determinate come “lu cane, lu figliu, lu muru”. Quando, invece, si tratta di materie “lo grano, lo vino, lo sale, lo mele”. Ma ci sono anche i verbi sostantivati: “magna’” significa mangiare ma “lo magna’” indica il cibo”.
All’evento ha portato i saluti anche l’assessore Comunale alle Politiche Sociali Marco Celestino Cecconi.