E’ di un calo di presenze del 60%, fra cancellazioni e mancate prenotazioni, la stima “non tanto azzardata” di Federalberghi relativa al danno economico causato in Umbria dal terremoto al settore del turismo regionale nella sua interezza e non solo nelle zone colpite direttamente, con un flusso turistico pari quasi a zero registrato ad esempio nel Ternano per il ponte dei santi.Per Andrea Barberi, vicepresidente di Federalberghi per la provincia di Perugia, “tutto il sistema turistico ricettivo, senza considerare le zone rosse naturalmente chiuse e includendo invece tutti i comuni fuori anche dagli epicentri, sta soffrendo gravemente”. “L’area colpita dal terremoto – ha sottolineato Barberi – è limitata alla Valnerina, con Norcia, Preci e Cascia tra le zone interessate, e quindi è necessario fotografare bene la realtà, perché la zona è piccola per abitanti ed estensione e in tutti gli altri luoghi della regione il terremoto, che si è sentito poi in tutta Italia, non ha fatto danni”. In Valnerina “si lavorerà fin da subito – ha affermato ancora Barberi – per rimettere in piedi un territorio importante dal punto di vista turistico, ma è per il resto dell’Umbria che fin da oggi bisogna dire come stanno effettivamente le cose perché nell’immaginario collettivo sembra che tutta la regione sia terremotata”. “La prova provata che il resto dell”Umbria è agibile e tranquillo – prosegue – è il fatto che la Regione ci ha chiesto di accogliere gli sfollati nelle strutture ricettive del Trasimeno e del Perugino”.
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Il palazzo comunale di Spoleto è stato dichiarato temporaneamente inagibile in seguito alle scosse sismiche. La decisione – riferisce una nota del Comune – è stata presa dopo il sopralluogo svolto dalla squadra “Di.Coma.C.” (direzione comando e controllo) della Protezione civile che ha stabilito l’inagibilità totale temporanea dell’immobile. Verrà transennata e chiusa una porzione della piazza antistante l’ingresso al palazzo comunale ma viene mantenuto il passaggio pedonale a monte della piazza stessa. Inalterata la viabilità lungo via del Municipio. Nell’ordinanza viene specificato che la parte lesionata del palazzo, la torre campanaria, sarà centinata con il posizionamento di elementi metallici agli angoli e con appositi tiranti. A seguito della chiusura del palazzo, in piazza del Municipio 1, sono stati trasferiti alcuni uffici comunali.
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“Siamo convinti che il nuovo decreto che il Governo si accinge ad emanare possa rappresentare una leva per una gestione virtuosa ed efficace del delicato tema dell’emergenza e della ricostruzione, soprattutto per quanto concerne la semplificazione delle procedure e la possibilità di reclutare personale in via straordinaria”. E’ quanto affermano ancora i sindaci di Teramo, Fermo, Ascoli Piceno, Macerata, Terni e Rieti in un appello congiunto. “I nostri comuni – scrivono i sindaci – siano destinatari delle misure e delle azioni di sostegno che saranno stabilite a beneficio dei territori colpiti dal sisma”.
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A causa del sisma, che ha interrotto diversi collegamenti viari, specie verso le frazioni più isolate in altura, tra gli allevatori c’è chi è costretto a buttare via il latte che va necessariamente munto a mucche e pecore. Motivo: le cooperative e i consorzi caseari non riescono a raggiungere coi loro mezzi i pascoli e le vicine stalle.
Casi limite, ma è questa una delle criticità che la Coldiretti raccoglie al punto di ascolto di Norcia da parte degli allevatori. Il territorio è ricco di allevamenti di animali, da carne e da latte. Quelli da latte, in particolare, “vanno lavorati ogni giorno ma il prodotto in alcuni casi deve essere buttato se non viene ritirato”, spiegano i produttori.
Le lamentele dal mondo agricolo – che è parte centrale dell’economia locale – sono anche altre: chi ha avuto le stalle danneggiate dal sisma non sa dove ricoverare il bestiame e al momento è difficile individuare alternative. Non solo: l’Appennino è popolato di lupi e tenere gli animali domestici all’aperto è rischioso. A Norcia si è parlato pure di attacchi di predatori già avvenuti. Per aiutare gli allevatori si è mobilitato anche il Soccorso alpino. Stamani una squadra ha raggiunto allevamenti di bovini, ovini e cavalli sopra Castelluccio, con migliaia di capi. Ne hanno portati a valle, in transumanza, alcune centinaia. Non è stato un itinerario agevole soprattutto per gli agnellini: poiché le strade ordinarie sono ostruite da massi e i sentieri sterrati alternativi minacciati da frane, si sono dovuti percorrere dei tratti di campagna difficili, con pendii scoscesi dove si dove evitare di ferire gli animali. Nell’intervento di questa mattina il Soccorso alpino ha trasferito a valle circa 600 capi, oltre dare assistenza laddove ci sono persone isolate e mancano farmaci, cibo, energia elettrica.