Aspettava un bambino e aveva già prenotato un volo che all’inizio della prossima settimana l’avrebbe riportata in Italia, a Magliano Sabina , per un lungo periodo di aspettativa.
Simona Monti, la 33enne reatina morta nell’attentato all’Holey Artisan Bakery di Dacca insieme ad altri 8 italiani, dalla scorsa estate, dopo diverse esperienze di studio e lavorative in Oriente, aveva scelto il Bangladesh per vivere e lavorare in un’azienda tessile. Ed è lì che voleva tornare, dopo aver partorito il bambino.
L’ultima volta che sua madre, Mimì, e il papà Luciano, hanno parlato con lei al telefono è stato venerdì sera, poco dopo le 20, mentre lei stava andando con i suoi colleghi a cena proprio all’Holey. Poi il silenzio, il suo telefono ha smesso di squillare e di ora in ora le speranze che non fosse lì, ma magari ricoverata in ospedale, si sono affievolite.
“Questa esperienza di martirio per la mia famiglia e il sangue di mia sorella Simona spero possano contribuire a costruire un mondo più giusto e fraterno”, le prime parole di Luca, il fratello più piccolo di Simona (ha anche una sorella, Susanna), sacerdote ad Avellino.
“Mia sorella – ha aggiunto – amava il suo lavoro, la sua vita e amava viaggiare. Era stata in Cina e in altri luoghi, anche difficili”.
La notizia ha sconvolto Magliano Sabina dove la famiglia di Simona Monti è molto conosciuta e stimata.
“Simona – afferma il sindaco Alfredo Graziani – era una ragazza veramente in gamba, esperta di lingue. Dalla scorsa estate si era trasferita in Bangladesh per lavoro, io ho avuto modo di incontrarla in occasione delle vacanze di Pasqua, quando era rientrata a Magliano per trascorrere le feste insieme ai genitori e ai fratelli. Tutto il paese sta vivendo ore di grande dolore e per questo motivo, stasera, abbiamo annullato la proiezione in piazza della partita dell’Italia”.
Catiuscia Marini, presidente della giunta regionale dell’Umbria, commentando l’attentato del Bangladesh parla di “terrorismo che colpisce i civili per colpire la nostra cultura e i nostri stili di vita, coltivato nell’odio del radicalismo religioso e nella ideologia del terrore; l’Europa, i suoi abitanti – ha aggiunto la Marini – sono anche il simbolo della cultura illuministica, liberale, aperta e tollerante , per questo veniamo uccisi nella nostra identità profonda”.