“La lettura nazionale c’è nella misura in cui si sta coagulando un fronte contro il Partito Democratico, contro il Presidente del Consiglio, Renzi, quindi l’obbiettivo principale che dobbiamo porci è quello di rompere questo fronte e lo si fa aggredendo soprattutto due questioni: completare le riforme che in questi due anni abbiamo fatto, in particolare la riforma costituzionale e affrontare i temi sociali; per effetto della crisi si è determinata una frattura in importanti pezzi del Paese con l’innalzamento dei livelli di povertà, con molte famiglie in grandissima difficoltà, con l’aumento della disoccupazione; da qui bisogna ripartire”.
Lo ha affermato il senatore Gianluca Rossi che abbiamo intervistato a margine di un dibattito, al quale ha partecipato, insieme al collega di partito, Andrea Romano (del quale vi proponiamo l’intervista in altra parte del giornale), all’ex ministro Salvo Andò, organizzato dal Comitato per il SI’ al Referendum costituzionale, con Sandro Corsi e Massimo D’Antonio.
“Il Partito Democratico – ha aggiunto il senatore Rossi – ha perso le elezioni amministrative , ha perso città importanti come Roma, Torino, Napoli (senza arrivare al ballottaggio) e altri capoluoghi e comuni minori , in termini autocritici dobbiamo parlare di sconfitta elettorale anche se abbiamo ottenuto vittorie significative a Milano e Varese e la riconferma di Bologna”.
Ad una specifica domanda sui rapporti con i sindacati , e in particolare con la CGIL, il senatore Rossi ha risposto:” il tema del rapporto con le organizzazioni sindacali è un tema molto delicato, io non credo che dobbiamo guardare al passato rispolverando il collateralismo, a me interessa recuperare una relazione con dei blocchi sociali e la CGIL, come la CISL e UIL e altri sindacati minori, sono una ricchezza, molti sono anche elettori e militanti del PD e non guardare questi dati credo che sia un errore”.
Troppo concentrati sul Referendum e poco sui problemi della gente? “è sbagliato considerare la riforma costituzionale una roba per addetti ai lavori mentre c’è altro di cui discutere – ha affermato il senatore PD – noi dobbiamo parlare dell’uno e dell’altro perché la riforma costituzionale porta a compimento questioni insolute da decenni”.
Un referendum pro o contro Renzi? “il fronte variegato del No, da Forza Italia al Movimento 5 Stelle, dalla Lega Nord alla Sinistra radicale, può stare insieme solo contro Renzi, il compito del fronte del SI’ è spiegare le ragioni di questa riforma; se ci infiliamo in un dibattito pro o contro Renzi, allora i nostri oppositori avranno vita facile”.