A 33 anni dalla sua morte il pensiero e l’opera di Mario Mieli creano profonde divisioni nell’opinione pubblica.
Sabato scorso,a Terni, c’è stata la prima di tre giornate dedicate a uno dei padri fondatori, negli anni 70, del movimento omosessuale italiano, appunto Mario Mieli.
La manifestazione ha avuto il patrocinio del Comune di Terni e su questo Il Comitato Difendiamo i Nostri Figli di Terni “esprime fortissime perplessità”.
“Tale seminario – scrive il Comitato Difendiamo i nostri figli – vede, tra le altre attività, la presentazione di alcuni capitoli proprio del libro “Elementi di critica omosessuale”, scritto dal Mieli nel 1977, in cui l’autore, oltre ad ipotizzare la potenziale transessualità di ogni bambino (transessualità definita come la «disposizione erotica, polimorfa e indifferenziata infantile») ed a definire “educastrazione” l’educazione che “ha come obiettivo la trasformazione del bimbo, tendenzialmente polimorfo e «perverso», in adulto eterosessuale, eroticamente mutilato […]”, traccia una vera e propria apologia dell’ideologia gender e della pedofilia”.
IL Comitato Difendiamo i nostri figli porta come esempio alcune tracce dell’opera di Mieli
“La psicoanalisi definisce «indifferenziate» o comunque poco differenziate le prime manifestazioni di natura erotica: in altri termini, la scelta oggettuale, per il bambino, sarebbe dovuta più alle circostanze che al sesso (e di circostanze, nel corso della giornata, ne cambiano parecchie). Le bambine sono tutte anche lesbiche, i maschietti sono tutti anche froci.» (pag. 13)
«Una drastica repressione dell’omosessualità ha luogo pure nel corso della prima infanzia: il padre si (rap)presenta come Persona decisamente eterosessuale e rifiuta contatti erotici aperti con il figlio (il quale invece desidera «indifferenziatamente» e quindi desidera anche il padre), così come gli altri maschi adulti, in forza del tabù antipederasta, rifiutano rapporti sessuali con il bambino.» (pag. 21)
«Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino […] l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega […]» (pag. 55).
L’attacco al Comune di Terni è per il patrocinio che dovrebbe andare ““…a singole iniziative riconosciute idonee alla promozione dell’immagine del territorio comunale, oppure avere rilevanza sotto il profilo culturale, scientifico, educativo, sportivo, economico e sociale, celebrativo e umanitario…”
” Ci chiediamo, seriamente preoccupati – conclude la nota del Comitato – in quale di queste categorie rientra tale iniziativa e se chi ha concesso il riconoscimento pubblico si sia preso la briga di verificare cosa andasse ad appoggiare e quale personaggio intendesse sponsorizzare.”