Grande riserbo, in Umbria, sugli accertamenti delegati dalla Procura di Perugia alla Guardia di Finanza che – nella giornata di ieri – ha acquisito documenti relativi alle spese sostenute dai gruppi consiliari regionali dell’Umbria nella legislatura precedente a quella attuale. Sembra che il fascicolo della Procura sia a carico di ignoti. Secondo quanto si è appreso le fiamme gialle si sarebbero trattenute a lungo negli uffici dell’assemblea legislativa, probabilmente acquisendo scontrini e altri documenti contabili relativi alle spese dei gruppi.
Sulla vicenda è intervenuta la Presidente dell’Assemblea legislativa umbra, Donatella Porzi,
che spiega come l’indagine di polizia giudiziaria riguardi le spese dei gruppi consiliari dell’Assemblea di Palazzo Cesaroni negli anni 2011 e 2012. “La Segreteria generale dell’Ente – spiega la Porzi – ha messo a disposizione tutta la documentazione richiesta, che è stata acquisita dagli inquirenti nella giornata di ieri. Esprimiamo piena fiducia nell’azione della Magistratura e delle forze dell’ordine e ribadiamo la più ampia disponibilità, in nome di quel principio di collaborazione tra istituzioni che ha sempre animato l’azione pubblica dell’Assemblea legislativa. È opportuno ricordare – prosegue la Presidente – che le risorse pubbliche a disposizione dei gruppi consiliari di Palazzo Cesaroni sono state sempre fra le più basse tra le Regioni italiane, e già nella passata legislatura furono ulteriormente diminuite, in continuità con quel principio di sobrietà e rigore che è sempre stato la cifra distintiva dell’Assemblea legislativa dell’Umbria nella gestione delle risorse pubbliche”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Assemblea legislativa dell’Umbria, Andrea Liberati, che, in una propria nota, ha evidenziato la necessità di “rimpolpare gli organici di Procure e Guardia di finanza” per poter “stanare il marciume annidato fin nei sottoscala di non pochi palazzi del potere”.
Per Liberati l’indagine dovrà proseguire verso la Giunta regionale “dove, tra una coop e un finanziamento europeo, tra un conflitto di interessi e l’altro, sarà possibile rinvenire anomalie e sprechi milionari di lunga data”.