Aveva ottenuto un permesso premio di 3 giorni dal Magistrato di Sorveglianza di Spoleto ma, allo scadere del beneficio, non è rientrato nel carcere di Terni, dove era ristretto, facendo perdere le sue tracce. “Tecnicamente si tratta di evasione e questo non può che avere per lui gravi ripercussioni se non si costituisce al più presto”, spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “L’uomo è un detenuto di 34 anni, di origini marocchine, ristretto al carcere di Terni da diversi anni per reati connessi allo spaccio di droga, che aveva già fruito di permessi premio condizionati, però, alla presenza di una persona che lo accompagnasse. In questo caso è andato a Perugia da solo. La fiducia riposta in lui dal Magistrato di Sorveglianza è stata tradita da questo gesto sconsiderato e stupido”, aggiunge il Segretario regionale SAPPE dell’Umbria Fabrizio Bonino. Secondo Capece queste possono essere le conseguenze alle quali si va incontro con lo smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari e delle carenze di organico della Polizia Penitenziaria, che ha 7mila agenti in meno. Smantellamento che ha visto in questi giorni la chiusura, in Umbria, della sede del Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Perugia, un presidio di polizia sul territorio assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione proprio dei permessi premio, delle misure alternative alla detenzione, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale”.