Tra i dipendenti dell’Elettrocarbonium v’è da tempo ormai l’idea di lavorare in una Onlus: “Qui si arriva con calma si fa qualche operazione tanto per fare, tanto per passare tempo. E poi ci si allontana”. Di sicuro i lavoratori passano gran parte della giornata lavorativa a chiacchierare del loro futuro della situazione in cui si sono cacciati e che almeno sino ad ora non presenta alcun aspetto tranquillizzante. In assenza di Monachino, l’amministratore delegato, anche la dirigenza di fabbrica ha allentato la “presa”, sia la dirigenza che la “catena di comando” che si era creata nel frattempo: stipendi e futuro sono ancora senza risposte.
Che mercoledì sia una giornata basilare per le vicende dell’Elettro a seguito dell’incontro al Ministero non lo pensa nessuno e comunque non v’è alcuna possibilità di una immediatezza per un acquisto così complesso. E se prima sembrava che l’industria siderurgica italiana senza gli elettrodi della Sgl Carbon non sarebbe potuta andare avanti, ecco che ora lo scenario sembra davvero cambiato con un surplus a livello internazionale che sta mettendo in crisi la stessa Sgl Carbon. Di sicuro aspettano tutti le dichiarazioni ufficiali di Monachino perché quelle di Marco Petrucci sono già arrivate e sono state improntate ad una necessaria rigidità dopo i tanti momenti di rinvio.
Il futuro immediato pare non tanto la produzione ma la messa in sicurezza una fabbrica che ha un forno acceso, pieno di materiale semilavorato.