Il 2015 si è chiuso con un bilancio demografico positivo per le imprese ternane: sono 1.516 le nate nell’anno a fronte delle 1.278 che hanno chiuso la loro attività (al netto delle cessazioni d’ufficio che sono state 51). Il saldo positivo è di 238 unità, (erano state 152 al 31 dicembre 2014). È quanto emerge dai dati ufficiali di Movimprese sulla natalità e mortalità delle imprese diffusi da Unioncamere – InfoCamere ed elaborati dall’Ufficio informazione economica della Camera di Commercio di Terni. Negli scorsi dodici mesi le imprese della provincia hanno accelerato il ritmo di crescita e raggiunto quota 22.355 contro i 22.170 del 2014 (in crescita anche rispetto al 2013 quando l’anno chiuse con 22.042 imprese). A livello regionale tuttavia, secondo Movimprese, il tasso di crescita rispetto al 2014 è di poco superiore allo zero (+0,13%). Terni, infatti, cresce nel 2014 più del capoluogo con un tasso che arriva a 1,07%, mentre Perugia registra un +0,35%. In crescita società di capitali e cooperative mentre le imprese individuali restano ferme a 12.407 con un bilancio stazionario tra iscritte (956) e cessate (955). Se il bilancio del 2015 è stato positivo lo si deve in particolar modo alle società di capitali che registrano un saldo ampiamente positivo con 406 iscrizioni e 182 società cessate (+224) per un totale di 4.955 imprese iscritte al Registro imprese camerale. Questo, dunque, il profilo dell’imprenditoria ternana alla fine del 2015, come emerge dall’analisi dei dati ufficiali di Movimprese. Il dato conferma un orientamento ormai consolidato tra i neo-imprenditori del territorio (in linea con ciò che accade nel resto del Paese) che, per affrontare il mercato, si affidano sempre più spesso a formule organizzative più robuste e strutturate. “Anche perché la società di capitali – sottolinea il segretario generale dell’Ente camerale Giuliana Piandoro – si presta ad essere più attrattiva rispetto a nuovi investitori e dunque, a consentire un percorso di crescita più sicuro per l’idea di business”.
Il dato settoriale conferma anche per il 2015 che la crisi ha colpito di più il commercio e le costruzioni. A fronte di 281 nuove aperture il 2015 ha registrato 375 chiusure nel commercio (all’ingrosso e al dettaglio), per le costruzioni il saldo è negativo per 55 unità (200 le chiusure a fronte di 145 iscrizioni). Il comparto artigiano soffre con un saldo del settore ancora negativo (le iscritte sono state 411 ma a chiudere i battenti 464). In particolare le piccole imprese edili. Non ce l’hanno fatta in 219 mentre 163 sono stati gli avvii di impresa.