Il consigliere comunale ternano Orlando Masselli (Fratelli d’Italia) arriva e affronta le problematiche dell’Ast e dell’acciaio: stringere sul governo perché a questa multinazionale gliela faccia vedere lui (lui, perché poi sarebbe l’economista Di Maio) in sede europea. Secondo Masselli il governo dovrebbe sostenere in quella sede la propria posizione strategica sull’acciaio italiano (sperando che ce l’abbia) e costringere la ThyssenKrupp ad esser chiara “sia nell’ipotesi della cessione del sito, con tutte le garanzie del caso, sia nell’ipotesi del suo mantenimento a Terni”.
Il mantenimento del sito a Terni non appare in forse. Non è pensabile che qualcuno che comprasse l’Ast dica: “Me la incarti che la porto via” lasciando, lassù verso Pentima, solo una grossa buca. Vendere l’Ast non significa spostare lo stabilimento. I problemi, semmai, potrebbero essere di altro genere. Quello che chiedeva di portar via le acciaierie da Terni era il consigliere regionale pentastellato Liberati il quale oltretutto, si limitava a suggerire che venisse tutto trasferito a Nera Montoro: in fondo sempre in zona resterebbe