Inaugurato ieri a Terni il “Popoli e Religioni Film Festival”, giunto alla 14^ edizione.
In mezzo a tante difficoltà, soprattutto economiche il Festival va avanti, si consolida.Resta in vita grazie al contributo determinante – come ha detto la direttrice dell’ISTESS, Stefania Parisi – della Fondazione Carit e anche al contributo della Regione e, soprattutto, grazie al volontariato.
“Tutti quanti dobbiamo dare una mano al Festival a sopravvivere – ha detto il vice sindaco con delega alla cultura, Andrea Giuli – adesso lo so, quindi lunga vita al Terni Film Festival Popoli e Religioni”. Pur nelle ristrettezze delle finanze comunali, Giuli spera di poter assegnare un contributo al festival fin dall’edizione 2019.
Ci sono stati i saluti del vescovo, Mons.Giuseppe Piemontese e del direttore artistico, Arnaldo Casali che ha ricordato il modo casuale con il quale ha conosciuto la professoressa Parisi che lo ha coinvolto nell’organizzazione, fin dalla prima edizione, del Festival.
Poi i primi premi.
Il premio Gastone Moschin è stato assegnato alla cantautrice Marialuna Cipolla.Nel 2015 è stata candidata al David di Donatello per la migliore canzone originale:”Wrong Skin” de “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores. La musicista ternana ha riproposto alla platea del Festival il brano e poi ha presentato un nuovo pezzo, dedicato a San Valentino, dal titolo “Flowers of Midnight”, ovverosia “Fiori di Mezzanotte”.
L’Angelo di Fernando Dominioni è stato consegnato a Marina Occhionero per la sua interpretazione nel film “L’età imperfetta”.
Molto atteso era Paolo Genovese.Uno dei registi italiani più importanti che ha firmato commedie di successo come “Immaturi” e “Immaturi – il viaggio”; “La banda dei babi Natale”, con Aldo, Giovanni e Giacomo; “Tutta colpa di Freud” , con Marco Giallini; “Sei mai stata sulla luna?”, con Raoul Bova.Clamoroso il successo ottenuto (anche all’estero) con “Perfetti sconosciuti”.Ma è con “The Place” che ha vinto il premio al Festival di Breslavia, gemellato con il festival ternano. Non essendo potuto andare in Polonia a ritirarlo, sono stati gli stessi organizzatori polacchi a consegnarglielo, ieri sera, a Terni.”Rappresenta uno spunto di riflessione – ha detto il regista – soprattutto in questo momento in cui siamo tutti molto giudicanti con i nostri social mentre il film costringe a giudicare noi stessi.Chi ha visto il film , o chi lo vedrà, è quasi violentato a dire, io cosa farei al posto dei protagonisti?” In effetti il dilemma è capitale: fino a che punto siamo disposti a fare delle cose, anche gravissime, pur di ottenere ciò che vogliamo? 10 personaggi si alternano più volte al tavolo di un bar dove è perennemente seduto una sorta di santone, Valerio Mastandrea che dispone ciò che l’interlocutore di turno deve fare per raggiungere il suo scopo. Da vedere assolutamente.
IL VIDEO DELLA PREMIAZIONE DI PAOLO GENOVESE CON IL SUO BREVE INTERVENTO