Ancora un episodio di violenza nel carcere di vocabolo Sabbione.
“Nel tardo pomeriggio di ieri – spiega Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – senza motivo apparente, un detenuto italiano ventottenne ha colpito improvvisamente e ripetutamente al volto l’Agente di servizio nella Sezione comuni dove lo stesso è ristretto. Giudicabile per omicidio, incendio doloso ed altro, l’uomo non è nuovo ad episodi di danneggiamenti e aggressioni nei confronti del personale. Un detenuto “psichiatrico” che viene gestito in un istituto ordinario. L’agente è stato accompagnato presso il pronto soccorso del locale nosocomio. A Terni si è vissuta l’ennesima situazione folle e assurda. E la situazione ternana, dove il personale di Polizia Penitenziaria in servizio sta protestando da tempo contro la carenza di personale in organico che determina critiche condizioni operative, è particolarmente problematica, aggravata anche da questi episodi violenti e sconsiderati posti in essere da detenuti che sfidano le regole per alterare l’ordine e la sicurezza interna.
Tutto ciò è inaccettabile e il Sappe rinnova l’invito all’Amministrazione Penitenziaria nazionale e regionale di trovare soluzioni concrete ai disagi ed ai problemi con i quali quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria di Terni. Sono ormai evidenti i danni seguenti alla scellerata gestione delle carceri dopo l’apertura delle celle disposta da una irresponsabile Amministrazione che ha voluto ciò senza calcolare le conseguenze e che mettono a dura prova le donne e uomini della Polizia Penitenziaria che continuano a garantire la legalità negli istituti Penitenziari senza risorse umane, né mezzi e sistemi di sicurezza”.
Il segretario generale del Sappe Donato Capece esprimendo “apprezzamento e vicinanza al Reparto di Polizia Penitenziaria di Terni” denuncia che “quello di Terni è un carcere al collasso. Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria. Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile aumento.
Non è un caso se, da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, gli eventi critici nelle carceri sono decuplicati. Gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio – aggrediti da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno, come dimostra quel che è accaduto nel carcere di Terni”.