La RSU dell’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni replica alle dichiarazioni rilasciate ieri dal direttore Maurizio Dal Maso.
Pur non confutando “le performance di questa Azienda in termini di statistiche, ricavi, accessi e prestazioni” tuttavia la rappresentanza sindacale sottolinea che “come spesso accade non sempre i numeri e la matematica possono descrivere con obiettività le reali condizioni di lavoro e il servizio reso agli utenti.”
PERSONALE
“Nello specifico, ad esempio possiamo senza dubbio sottolineare che la situazione in termini di dotazioni organiche del personale continua ad essere estremamente problematica. Il 1° accordo sottoscritto a Marzo 2017 per una copertura dei posti vacanti ed un aumento delle dotazioni organiche pari a 123 unità di personale, ha consentito l’indizione di alcuni bandi di concorso le cui date di espletamento ancora non sono state rese note nonostante si era concordato l’avvio entro il mese di Marzo 2019.
Il secondo accordo finalizzato a coprire il fabbisogno di personale per il triennio 2018/2020 (altre 120 unità tra personale medico ed infermieristico) solo da poco tempo è stato autorizzato dalla Regione, quindi per l’indizione dei bandi si prevedono tempi lunghi.
Di fatto – secondo la RSU – le condizioni di lavoro del personale rimangono estremamente complicate e disagiate, tutti i reparti di fatto espletano le proprie funzioni con aliquote di personale ridotto al minimo, costretto molto spesso ad effettuare anche raddoppi di turno per sopperire alle assenze dei colleghi per ferie, malattie…”
LE CRITICITA’
1. il sondaggio – secondo la RSU – conferma che gli utenti rilevano criticità sui tempi di attesa per ricoveri prestazioni e tempi di attesa, in particolare va evidenziato come i tempi di attesa per esami diagnostici (mammografia, TAC, RM…) siano spaventosamente lunghi favorendo l’utilizzo da parte degli utenti di strutture sanitarie private la cui preparazione e affidabilità e sicuramente inferiore alle strutture pubbliche, caricando ulteriori costi sulle famiglie e impoverendo anche in termini economici il servizio sanitario nazionale;
2. Altra criticità – rilevano ancora i sindacati – viene evidenziata nel Pronto Soccorso dove nonostante l’impegno di tutto il personale a cui va il nostro ringraziamento, i tempi di attesa sono ancora lunghi, fenomeno come evidenziato correttamente nella conferenza stampa dovuto all’alto numero di accessi impropri, cioè di cittadini che per le patologie accusate dovrebbero essere presi in carico da altre strutture afferenti al territorio (USL Umbria 2), tema anche questo sollevato dalle Organizzazioni sindacali a cui però la Regione continua a non dare risposte nemmeno sul nuovo Piano Sanitario Regionale;
3. Tra le specializzazioni ritenute insufficienti – infine – viene evidenziata la S.C. Ostetricia/Ginecologia, dove dopo circa otto mesi di chiusura dell’U.O. Ginecologia, un reparto così importante per le problematiche femminili, la riapertura sembra più una base per appoggi di altri pazienti che una vera specialità, cosi come nonostante il dichiarato aumento dei posti letto il fenomeno dei letti sui corridoi persiste.”
Per tutti questi motivi i “toni trionfalistici” – secondo la RSU – sono esagerati e “avremmo gradito che il Direttore Dal Maso evidenziasse con più enfasi l’apporto del personale Medico e del Comparto e un pochino meno quello della Direzione, se non per una questione riconoscenza almeno per una questione di stile.”