Si dicono “indignati e preoccupati” i dirigenti e gli operatori dell’ATI 165m Marmore Falls, in merito alle vicissitudini della Cascata delle Marmore.
“Vi è infatti un rischio evidente, scrivono in una nota, che si possa disperdere un patrimonio economico e di competenze costruito in anni di lavoro e sacrifici che hanno portato questo sito naturalistico a essere uno dei più visitati d’Italia”.
Ricordando di non aver partecipato alla gara di affidamento dei servizi dell’area naturalistica “in ragione di un pubblico bando per 6 mesi, ovvero dal 4 gennaio 2019 al 3 giugno 2019, mesi per i quali l’offerta economica doveva essere tarata. E’ ben diverso ora sapere che a causa dei ritardi assolutamente prevedibili il contratto potrebbe terminare in settembre, ovvero con i mesi di maggiori entrate compresi. In questi due mesi, infatti, visitano la cascata quasi la metà dei turisti di tutto l’arco dell’anno, circa 150.000 persone. È abbastanza evidente quanto questo elemento avrebbe potuto anche determinate scelte diverse rispetto all’opportunità di partecipazione alla gara”.
L’ATI 165m Marmore Falls fa poi due conti.
“E’ significativo riflettere sui mancati introiti legati alla chiusura, nel mese di febbraio, dell’area naturalistica nei giorni feriali e il sabato: nel 2017 il mese di febbraio ha visto la presenza di oltre 2500 visitatori per un incasso di 17.474 (oltre 8mila euro, se si escludono le domeniche, che quest’anno mancheranno all’appello nelle casse comunali)”.
Infine i lavoratori delle Cooperative dell’ATI.
“Stiamo seguendo passo dopo passo, insieme ai Sindacati, il percorso necessario per garantire ai 40 lavoratori della Cascata delle Marmore il mantenimento del loro impiego, seppur di fronte a lungaggini e a mancanza di certezze”.