Che fosse una grande residenza lo si era già capito lo scorso anno quando vennero alla luce pavimentazioni decorate con splendidi mosaici recanti figurazioni geometriche. Quest’anno la conferma di una domus dalle dimensioni del tutto eccezionali. L’Associazione Astra Onlus di Terni ha proseguito, infatti, le indagini e le ricerche archeologiche presso l’area del foro dell’antico centro urbano di Carsulae, finanziate dalla Fondazione Carit su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo- Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio.
Gli scavi si sono concentrati in particolare presso il lato sud a ridosso dei templi gemelli e lungo il lato occidentale. L’edificio individuato in precedenza, la cui costruzione si può mettere in relazione alla fase di monumentalizzazione della città avvenuta in età augustea, era stato indagato per una superficie pari a circa 160 mq rinvenendovi parte dell’atrio e dell’impluvio, il tablino (una sorta di sala dove venivano ricevuti gli ospiti), l’ala destra (un ambiente aperto sull’atrio), una vasca e parte di un triclinio (la sala da pranzo) oltre ad una minima parte di un grande ambiente di incerta definizione. Ora la superficie indagata è stata notevolmente ampliata superando i 500 mq e questo ha permesso di definire con maggiore certezza la planimetria della domus. Lo scavo ha riportato alla luce sia il triclinio che il grande ambiente al suo fianco il quale, verosimilmente, doveva essere utilizzato come sala per banchetti, date le sue dimensioni del tutto eccezionali (circa 17×8 m). A sud è stata rinvenuta una prima porzione del peristilio (grande spazio colonnato al cui centro doveva trovarsi il giardino) mentre verso ovest, oltre la sala per banchetti, sono stati individuati ulteriori ambienti e un vano ipogeo (forse una cisterna o una grande vasca) la cui indagine è rimandata alla campagna 2019. Sempre pertinenti alla domus sono inoltre un paio di vani documentati all’angolo nord-ovest dello scavo (gli unici che non presentano pavimentazioni musive ma dei semplici mattoncini disposti a spina di pesce) i quali sarebbero da interpretarsi come tabernae (ovvero delle botteghe che si affacciavano direttamente sulla strada o su un’area pubblica). Le indagini hanno riguardato anche il restauro dei mosaici rinvenuti nel 2017, eseguito dagli studenti dei Laboratori di Restauro del DIBAF dell’Università della Tuscia, una prima ripulitura e un consolidamento dei mosaici e delle strutture rinvenute nel 2018 ad opera del personale dell’Associazione Astra, oltre alla pulizia, inventariazione e restauro dei reperti mobili tra cui spiccano numerosi frammenti di intonaci dipinti e stucchi di pregevolissima fattura.
Nel secondo settore si è, invece, iniziato lo scavo di una poderosa struttura posta in asse con l’ingresso monumentale del foro che dovrebbe, con ogni probabilità, essere identificata con il Capitolium (ovvero il tempio dedicato alla triade capitolina Giove, Giunone e Minerva) i cui resti si presentavano completamente ricoperti da un grande accumulo di pietrame frutto dell’opera di dissodamento dei campi circostanti da parte dei contadini dei secoli scorsi, il cui volume superava i 100 metri cubi. Nel corso del 2018 è stata rimossa poco più della metà delle pietre scoprendo le murature perimetrali del tempio oltre ad un’ulteriore struttura semi-ipogea ad esso affiancata lungo il lato sud, il cui scavo promette di riservare interessantissime sorprese.
Tutte le operazioni di scavo sono state condotte dagli archeologi Luca Donnini e Massimilano Gasperini, direttori di scavo, coadiuvati dall’archeologo Valerio Chiaraluce, Nicola Bruni restauratore e presidente dell’Associazione Astra, Angelica Catozzi tecnico diagnosta dei beni culturali, sotto la supervisione di Elena Roscini funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e in collaborazione con la direzione del Parco Archeologico di Carsulae diretto da Fabio Pagano. Alle indagini hanno preso parte numerosi studenti di discipline archeologiche provenienti in prevalenza dall’Università della Tuscia e dalle università australiane dalla Macquarie di Sydney e dalla Monash di Melbourne, questi ultimi coordinati dalla Professoressa ssa Jaye McKenzie-Clark.
Il 4 novembre alle ore 10.30 si prevede di organizzare una visita guidata agli scavi del Parco Archeologico di Carsulae per illustrare i risultati conseguiti nel corso del 2018.