La “Storia dei cambiamenti climatici” è stato il titolo dell’iniziativa che si è svolta all’Archivio di Stato di Terni su iniziativa del Lions club Terni Host. I relatori – Fabio Mariottini di Arpa Umbria, Giulia Margaritelli dell’Università degli studi di Perugia, Francesco Aiello Caporedattore della rivista Micron – hanno confermato che la situazione mondiale non è delle migliori.
“Siamo messi male, ha affermato Fabio Mariottini di Arpa Umbria, perché non si riesce a diminuire il quantitativo di CO2 nell’atmosfera, anzi sta aumentando. In genere quando c’è un allarme si cerca di correre ai ripari, invece l’abbiamo presa molto alla leggera. Nell’ultimo Atlante dei suoli si evidenzia che l’Italia ha un 70% di suolo depauperato, dovuto all’impatto delle modifiche del clima, ma nessuno ci pensa. La desertificazione sta colpendo il meridione, in Sicilia si parla del 90% di quantitativo di territorio che rischia di essere desertificato. Direi che il problema non lo stiamo prendendo con le dovute precauzioni”.
Di “Clima e fake news” ha parlato Francesco Aiello Caporedattore della rivista Micron.
“Le fake news sono molto frequenti nel giornalismo scientifico, spiega, le più importanti le abbiamo quando si dice che la comunità scientifica è divisa, che ci sono degli studi che raccontano che i cambiamenti climatici legati all’antropocene non siano causati dall’uomo ma sia un periodo ciclico. Questa è una delle più grandi fake news, si parla di un 3% di ricerche scientifiche che dicono il contrario. Poi quando parliamo di cambiamenti climatici un’altra fake news è costituita dai dati che vengono messi in circolo da scienziati che molto spesso non si occupano di cambiamenti climatici, ma servono per portare determinate tesi completamente forvianti”.
Ma perché esistono queste fake news?
“Servono alle grandi case petrolifere per portare avanti le loro idee, ci conferma il dottor Aiello, quindi continuare nello sviluppo dei combustibili fossili e per alcuni Stati, come gli Stati Uniti, per continuare una politica che non guarda alle energie rinnovabili o ad un cambio di paradigma che possa salvare il nostro pianeta e quindi portarci ad un altro tipo di sviluppo. Molte case petrolifere, molte di quelle persone che vogliono raccontarci che questi cambiamenti climatici non sono dovuti dall’uomo pagano le sponsorizzazioni per portare alla luce degli studi completamente falsi che si vanno a mettere molto in alto nella stringa di ricerca di Google. Poi, molto spesso, ci sono titoli avventati di giornali che creano confusione”.
Ma come ci si salva dalle fake news?
“Cercando di capire quali sono i siti più seri, andando a leggere gli articoli senza fermarsi ai titoli. Un’altra cosa da fare è vedere se gli studi hanno delle biografie e cercare di verificarle. Quello che dobbiamo fare per salvarci, conclude il caporedattore della rivista Micron, è non fermarci al solo titolo che si avvicina di più alle nostre idee”.