Poco prima della pausa pranzo s’è tenuta la riunione dei vertici della Banca Intesa cogli amministratori di Narni: nessuna speranza per mantenere quella filiale. Da giugno tutto chiuso, nonostante la pressione dei cittadini, dei commercianti, che hanno raccolto centinaia di firme per cercare di mantenere il presidio finanziario ma anche con la notizia che Poste Italiane si candida a succedere in tutto e per tutto a Banca Intesa. Dalla direzione di Firenze del colosso postale, fanno sapere che quello di Via Vittorio Emanuele è un ufficio che va molto bene, ben condotto, con amplissimi margini di crescita, e che sarà a brevissimo, implementato proprio per far fronte alle inevitabili pressioni di nuovi clienti: già oggi è il riferimento degli studenti universitari, facendo parte di una rete nazionale. “Sapevamo già di questa nuova mappatura dei servizi finanziari nel centro storico di Narni e della chiusura di Banca Intesa e vi stiamo lavorando alacremente per crescere la nostra influenza” spiegano. Di più: la direzione interregionale sta anche pensando ad un altro locale meno complicato dell’attuale, situato su una curva pericolosa della Flaminia, senza marciapiedi: “Tra qualche giorno posizioneremo anche un nuovo postamat, di quelli più evoluti per venire incontro alle esigenze dei clienti”. Dice Marco Mercuri, il vicesindaco, da sempre nel mondo bancario: “A noi interessa che i cittadini abbiamo un servizio: mica facciamo il tifo per qualcuno. Ci dispiace che venga chiusa la storica sede ma ormai era già stata svuotata da ogni funzione. Se poi il testimone lo raccoglierà Poste Italiane a noi va benissimo lo stesso. Certo Banca Intesa non farà una bella figura andandosene”.
Tra l’altro, proprio nell’ottica di un riposizionamento adeguato dell’ufficio postale, potrebbe anche occupare la stessa sede di Piazza Marconi o, in alternativa, quella di proprietà del Comune su Via Garibaldi, già sede della Banca Popolare di Spoleto; oppure l’altra, che ha il consenso dei dipendenti, che una volta ospitava Monte dei Paschi. Ora le trattative del Comune con tutti coloro che vorranno sedersi alla discussione, diventeranno molto stringenti e foriere di un nuovo assetto degli uffici. D’altra parte la sede di Piazza Marconi, con il suo ingombrante stile fascista, rimarrà presumibilmente vuota, come il piano superiore, sfitto da dieci anni, e Banca Intesa difficilmente riuscirà a collocarlo nel mercato immobiliare. Uno spostamento con l’Ufficio Postale sarebbe alla fine il minore dei mali. Per tutti.