Sei coppie di artisti si incontrano e si appropriano uno del lavoro dell’altro generando, con linguaggi diversi, opere che si sostanziano di profonde valenze.
“Incontri e appropriazioni” è un progetto del Critico d’arte e Curatore Giuseppe Salerno che “mette al centro l’incontro di poetiche e modalità espressive nell’osservanza di un processo realizzativo predefinito”.
Per Salerno “L’arte rappresenta sempre e comunque la vita. L’arte intesa come qualcosa di generato dall’incontro di due artisti è una metafora della vita. Nel quotidiano la coppia genera qualcosa che va al di là dei suoi due componenti”.
Ed è così che gli artisti Rossella Baldecchi e Domenico Asmone, Toni Bellucci e Omero Angerame, Massimo Bardelli e Bruno Cristallini, Angelisa Bertoloni e Lauretta Barcaroli, Arnhild Kart e Rita Albertini, Lughia e Caterina Prato hanno realizzato composizioni connotate da una poetica che si sostanzia dell’incontro ed aspirano ad un sentire universale. Sono opere che, declinate stilisticamente, formalmente e contenutisticamente attraverso un sagace processo di interpretazione ideale ed estetica, mantengono una componente narrativa univoca.
Tra i lavori più incisivi, che pongono al centro della loro espressività una forza di inedita liricità, quelli delle artiste ternane Angelisa Bertoloni e Lauretta Barcaroli. Le loro sono composizioni rese con codici linguistici completamente diversi, ma con esiti formali articolati in un lessico decisamente nuovo che si apre a inedite, poetiche visioni.
“Due bravissime artiste, ha commentato Giuseppe Salerno, profondamente diverse: Lauretta Barcaroli è molto materica, lavora con le resine, con dei materiali assolutamente insoliti per la pittura più tradizionale, mentre Angelisa Bertoloni, che abitualmente fa delle ballerine, in questo caso ha realizzato dei modelli bianchi, rossi, con colori significativi. Insieme riescono ad intrecciarsi nelle sopraffazioni e in queste appropriazioni, in queste dissolvenze incrociate. In tali incontri riescono a dare vita a qualche cosa di veramente insolito dove lo spettatore deve entrare all’interno di quel meccanismo che ha generato l’opera. Quindi, non è semplicemente un porsi difronte all’opera con i criteri del passato, con le modalità di lettura più tradizionali, ma si è chiamati a comprendere il processo realizzativo che diventa fondamentale perché nell’insieme le due artiste hanno trovato, nel loro incontro e nell’appropriarsi l’una del lavoro e delle modalità dell’altra, una strada nuova”.
La mostra “Incontri e appropriazioni” a cura di Giuseppe Salerno, allestita nell’ex Palazzo della Pretura a Sassoferrato, sarà visitabile fino al 2 giugno ogni sabato, domenica e festivi dalle ore 15.30 alle 18.30. L’esposizione è corredata da un catalogo con testi critici di Guido Buffoni e Giuseppe Salerno.