“Psicologia dell’uomo Giulio Cesare. Ovvero: come raggiungere, conservare e perdere il potere, da Roma a oggi”. Un ritratto del grande stratega, esempio straordinario di come un uomo possa giungere a dominare uno Stato, tuttora tra i principali miti ispiratori del pensiero politico occidentale, che Vincenzo Policreti – psicologo, scrittore, attore – proietta anche ironicamente sia nella società di allora che nei nostri giorni.
“Chi era Giulio Cesare? – si domanda Policreti – È stato il più bugiardo di quelli che hanno scritto la propria storia. Psicologicamente quello che dice non torna con quello che faceva. Giulio Cesare è stata una persona che comunicava meglio di Berlusconi e Renzi messi insieme e che lavorava meglio di Napoleone. Diceva esattamente quello che riteneva utile dire, che ci credesse o no e in genere non ci credeva. Giulio Cesare – conclude – era un uomo che conosceva la propria forza”.
“L’uomo, definito da Aristotele “animale politico”, seguita ad essere attirato da quella continua ricerca, quell’ebbrezza del potere che logora e spesso corrompe, di un sistema accentrato sul diritto del più forte, afferma Maria Cristina Locci responsabile del Gruppo Archeologico DLF, che ora come un tempo comporta l’esistenza del leader, qualcuno che impone e mantiene le regole necessarie alla coesione del gruppo”.
Una conferenza decisamente interessante, questa organizzata dal Gruppo Archeologico D.L.F. di Terni presso l’abituale Sala del Caffè Letterario della biblioteca comunale, che ha richiamato un folto pubblico.
Il prossimo appuntamento è per venerdì 11 novembre con l’archeologo Carlo Virili che tratterà il tema “L’archeologia di Varrone tra Aborigeni e Sabini. Le ricche tra Terni e Rieti dell’Università di Roma La Sapienza”.