Promuovere la partecipazione delle persone con disturbo dello spettro autistico e dei loro familiari nonché realizzare attività di reale integrazione con gli “altri” cittadini in una modalità di mutuo scambio di relazioni ed esperienze. È il progetto di Innovazione Sociale OpenFarmS – Per un modello innovativo di intervento con le persone con disturbo dello spettro autistico in Agricoltura Sociale, proposto dall’Associazione Temporanea di Scopo composta dalla Cooperativa sociale Agricola Terre Umbre, Angsa Umbriae da Legambiente Umbria, finanziato dalla Regione con 299.300 euro.
“È un progetto che durerà due anni – spiega la presidente della Cooperativa Sociale Agricola Terre Umbre Loredana Scriccia – e vedrà protagonisti dieci ragazzi con disturbo dello spettro autistico. Saranno inseriti in attività agricole che si svolgeranno nei terreni di Terre Umbre in Valnerina. Si occuperanno dell’orto, di attività vivaistiche e del laboratorio di trasformazione dei prodotti agricoli che stiamo realizzando a Torre Orsina”.
Secondo i dati della “Monografia Progetto Autismo” del maggio 2009 nella popolazione umbra compresa fra 0/19 anni, pari a 142.148 unità, 142 persone hanno una diagnosi a prevalenza di autismo, mentre 852 hanno una diagnosi a prevalenza di Disturbi Generalizzati dello Sviluppo. Manca ad oggi una reale conoscenza dei dati relativi all’incidenza di tale sindrome nella popolazione oltre i 19 anni di età.
“L’autismo è un fenomeno numericamente sempre più significativo – sostiene l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Terni Marco Celestino Cecconi – e c’è anche un aumento dell’età media di coloro che sono affetti da questa come da altre disabilità. Per questo ci dovremo occupare del ‘dopo di noi’, quella fase della vita in cui queste persone, non avendo più la famiglia, dovranno essere aiutate. Questo è uno di quei momenti che probabilmente segnano il tempo anche da questo punto di vista”.
OpenFarmS intende coniugare un intervento precoce volto all’acquisizione delle abilità indispensabili all’autonomia di vita con un approccio comportamentale all’interno del quale l’aspetto emotivo e relazionale assumono un’importanza basilare. Le attività sono progettate e personalizzate dall’equipe di lavoro e dai servizi specialistici sanitari rispetto alle esigenze dei singoli.