Costruire un processo dal basso chiedendo ai rappresentanti delle varie categorie, alle organizzazioni imprenditoriali di esprimere la loro volontà. È quanto si prefigge la proposta di legge, firmata dall’Onorevole Raffaele Nevi e Mauro D’Attis, di modifica della Legge Madia che prevede la riduzione delle Camere di Commercio da 105 a 60.
“È da giugno che sto lavorando a questo atto presentato alla Camera dei Deputati – ha spiegato Nevi illustrandolo alla presenza di vari amministratori di Forza Italia della provincia di Terni – è un meccanismo serio perché le Camere di commercio sono un presidio importante per il territorio, assolutamente fondamentale. Noi vogliamo dare vita ad un processo di riorganizzazione dei servizi tenendo conto delle specificità dei singoli territori. L’atto, naturalmente, è disponibile anche ad eventuali modifiche migliorative”.
L’accorpamento delle Camere di Commercio – è stato detto – non comporta alcun risparmio per lo Stato perché non ricevono risorse, se non quelle versate dalle imprese del territorio e gli amministratori svolgono i loro compiti a titolo gratuito.
La proposta di Forza Italia demanda alle Regioni, su proposta di Unioncamere e sentite le organizzazioni imprenditoriali, la riorganizzazione del sistema camerale per assicurare l’unitarietà della gestione delle realtà economiche territoriali ed evitare ripercussioni negative sull’economia e sulla qualità dei servizi offerti alle imprese. In questo processo – viene specificato – si tiene conto della volontà degli enti camerali interessati dall’accorpamento, perché possono esserci realtà intenzionate ad unire le loro forze. Ma questo non è certo il caso di Terni.