“Una nuova stagione di attività che ci riserverà immancabilmente un risvolto emozionale, impreziosito da quell’estrema passione per la bellezza che tanto ci contraddistingue. Incontri sempre insoliti dove archeologia, storia, letteratura, arte, proposti da relatori impareggiabili, ci accompagneranno sulla via della bellezza per ritornare a quello stupore originario che genera conoscenza.”
Così Maria Cristina Locci, responsabile del Gruppo Archeologico DLF Terni, ha salutato l’inizio della diciassettesima stagione di attività che si è aperta, difronte ad un folto pubblico, con la relazione dell’ingegner Paolo Chiatti sul tema ”Esoterica Segnatura. La camera delle meraviglie di Raffaello”. Un’indagine storico-artistica attraverso le molteplici chiavi interpretative con cui l’opera del grande artista può essere letta. E Chiatti ha illustrato la chiave esoterica e simbolica di quegli affreschi, portandone alla luce aspetti affascinanti e nascosti di indubbio interesse.
La Stanza della Segnatura, che contiene i più famosi affreschi di Raffaello, prende il nome dal più alto tribunale della Santa Sede, la “Segnatura Gratiae et Iustitiae”. Originariamente la stanza fu adibita da Giulio II a biblioteca e studio privato. Il programma iconografico degli affreschi, eseguiti tra il 1508 e il 1511, molto probabilmente fu stabilito da un teologo e si propone di rappresentare le tre massime categorie dello spirito umano: il Vero, il Bene e il Bello. Il Vero soprannaturale è illustrato nella Disputa del Santissimo Sacramento mentre quello razionale nella Scuola di Atene; il Bene è espresso nelle raffigurazione delle Virtù Cardinali e Teologali e della Legge; il Bello è rappresentato nel Parnaso con Apollo e le Muse. Gli affreschi della volta si legano alle scene sottostanti: le figure allegoriche della Teologia, Filosofia, Giustizia e Poesia.