Bandecchi, conduttore televisivo, ha fatto un bel colpo domenica sera nell’ospitare nella trasmissione che conduce a Radio Cusano Tv ( canale 264 dtt) il presidente della FIGC, Gabriele Gravina.
E di cose interessanti ne sono venute fuori, non solo sul calcio dei milioni e milioni di euro, sul taglio di stipendi alla Juve e sul Coronavirus, ma soprattutto sui destini della serie C che in virtù degli effetti legati al coronavirus rischia di veder scomparire diverse società.
“La Serie C a tre livelli non va più bene. Bisogna tornare a un’eccellenza di Serie C di 20 squadre e poi 40 squadre in un’altra serie semi-professionistica“.
Conosco la Serie C benissimo, ne sono stato presidente sono stato anche presidente di un club di Serie C per anni ( lo è stato del Castel di Sangro , ndr ). Oggi le difficoltà sono di sistema, la Serie C soffre tanto, dobbiamo cogliere l’occasione per fare una rivoluzione culturale, un nuovo approccio nell’ambito della gestione. Le mie proposte le ho già avanzate, ci stiamo confrontando. La Serie C a tre livelli non va più bene. Bisogna tornare a un’eccellenza di Serie C di 20 squadre e poi 40 squadre in un’altra serie semi-professionistica. Per individuare le squadre che devono far parte di una C d’elite basta seguire la classifica, ci sono società che arrivano prima delle altre. Queste decisioni dipendono dalla Lega Pro, il presidente Ghirelli già conosce questa proposta ed è favorevole, ma dipende dalle società“.
E sicuramente se ne discuterà il 3 di aprile quando tutti i presidenti delle società della terza serie saranno in conference call con il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli.
Certo sulla proposta di Gravina ci dovrà essere unanimità altrimenti si rischierebbe di andare incontro a ricorsi che paralizzerebbero il calcio come successo due stagioni fa successivamente con il ” decreto Fabbricini “, commissario a quei tempi, ahinoi, della FIGC che ne ha combinate davvero di tutti i colori.
Non sono mancati poi i riferimenti sul rinvio che vorrebbe attuare il ministro Spadafora sia per quanto concerne gli allenamenti che per l’attività agonistica e su questo versante la risposta di Gravina non è stata del tutto esaustiva. Del resto come poteva esserlo! Non si possono fare i ” conti senza l’oste ” che nella fattispecie è rappresentato dal terribile coronavirus e dai suoi effetti.
“Il ministro ha dichiarato che proporrà il blocco delle attività sportive fino alla fine di aprile compresi gli allenamenti, aspetterei la decisione del Consiglio dei ministri. Certo, è un messaggio che richiede alcune riflessioni. La prima riguarda il momento di grande difficoltà che stiamo vivendo e che sta cambiando i nostri modelli di vita. I nostri campionati sicuramente non riprenderanno prima di maggio, questo era uno scenario che avevamo già ipotizzato. La priorità l’abbiamo sempre data alla definizione della competizione sportiva. Non possiamo permetterci un’estate piena di contenziosi sul profilo procedurale e legale. Sia la Uefa sia la Fifa si stanno impegnando per far sì che si possa sforare la dead line del 30 giugno fino ad arrivare ad agosto. Questo ci fa piacere, ma dobbiamo anche fare in modo di non andare a compromettere il campionato della stagione 2020-21. La priorità è terminare i campionati entro l’estate, senza compromettere la prossima stagione. Non possiamo permetterci un’estate piena di contenziosi sul profilo procedurale e legale“.