“L’Umbria ha una percentuale di santi per abitante che non ha eguali nemmeno nella Città del Vaticano e una quantità industriale di santuari, monasteri e abbazie; una campagna ben conservata come ai vecchi tempi, nonostante terremoti e capannoni; borghi antichi e tradizioni contadine.Se la Sicilia si adatta bene al Commissario Montalbano, e la Campania alle periferie di Gomorra, all’Umbria ci pensa invece Don Matteo, prete-investigatore di RAI Uno, caritatevole e un po’ ripetitivo (255 episodi finora). Insomma tutto congiura per farci credere a un’Umbria mistica e di buoni sentimenti, una specie di presepio vivente: una rappresentazione che è stata peraltro inventata dall’umbro San Francesco d’Assisi e realizzata per la prima volta a Greccio. Che è sì nel Lazio, ma a pochi chilometri da Piediluco, Le Marmore, Terni.”
Lo scrive nella prefazione al libro “Delitti e castighi” di Walter Patalocco, Enrico Menduni, professore-scrittore.
“Era veramente l’ora che qualche ardimentoso ci facesse cambiare prospettiva e mostrasse con ironia anche le ombre di questa lucente bontà-aggiunge Menduni. Poi all’orizzonte è comparso Walter Patalocco, giornalista ternano di lungo corso e narratore a briglia sciolta, che ci presenta con questo suo nuovo libro un’Umbria dark e underground dai tempi del Papa Re fino quasi ai giorni nostri. Si comincia con le rapine alle diligenze e si finisce con gli elicotteri dei Carabinieri che volteggiano sopra i monti Sibillini. Dalle pagine ingiallite di quotidiani nazionali e locali ha estratto cronache di delitti di sangue e figure di briganti, ribelli, truffatori e vagabondi ma anche tanta gente “per bene”: professionisti, deputati, arcivescovi, politici, dirigenti industriali e nobiluomini non sempre nella veste delle vittime. Volutamente non li ha messi in ordine cronologico né li ha divisi per tipologie, riproducendo così la casualità della cronaca e insieme le costanti degli ultimi centocinquant’anni. Con la parziale eccezione del ventennio fascista, poco rappresentato ma solo perché il regime riduceva al minimo lo spazio destinato alla cronaca nera, per motivi propagandistici.”
“Gran parte di questi delitti ruota attorno a due concetti che sicuramente il lettore ben conosce: il denaro e l’amore. Il denaro si può ottenere per via delinquenziale rapinandolo a chi ce l’ha, o si pensa che l’abbia, oppure rubandolo a qualcuno che magari si sveglia durante il furto, e allora bisogna ammazzarlo. Magari organizzando una truffa, meglio se inventandosi un casato nobiliare o una divisa da ufficiale; oppure, nella pace di un convento femminile, continuando a incassare la pensione delle monache volate al cielo senza avvertire l’INPS o l’Intendenza di finanza.
Ma l’amore? Qui invece è di scena l’alcova, il richiamo della carne, la gelosia e il tradimento a cui sembra che solo il sangue possa porre rimedio. E troviamo di tutto: amanti sorpresi sul fatto dal marito che, guarda caso, torna in anticipo dall’ufficio, signore che vendicano l’onore passando a vie di fatto, bigami con famiglie allargate, case di piacere, amanti della domestica che uccidono la contessa, perfino monache sedotte e bidonate.
Il libro di Patalocco – conclude il prof. Menduni – ci parla dell’Umbria ma, in fondo, è uno specchio dell’Italia com’era e, come in parte è ancora. Ci illustra anche il passaggio ad una società non solo agricola, ma dominata dalle ciminiere di Terni con il “carbone bianco” della Cascata delle Marmore; ed anche l’ombra della guerra.”
“DELITTI E CASTIGHI” E’ IN VENDITA IN LIBRERIA E ON LINE, PUBBLICATO DA INTERMEDIA EDIZIONI.