Si sentono dimenticati, messi da parte e così tutta una categoria, quella della ricettività e della ristorazione leva la protesta perchè vanga ricompresa nelle azioni di sostegno da parte del Governo. Ma non dimentica nemmeno quello che gli Enti Locali, come i comuni dovrebbero fare con l’abbandono, per fare un esempio, delle tante tasse locali.
E così Matteo Fortunati, il presidente dell’Assoturismo Confesercenti Umbria ha voluto portare all’attenzione le problematiche degli associati: “La ripartenza non è per tutti eguale: non c’è al momento una prospettiva per il settore dell’intrattenimento, cultura-spettacolo, extra alberghiero, turismo organizzato e agenzie di viaggi in tutt’Italia ma in Umbria in particolare. “Attività strutturate con una rete qualificata che anche nella nostra realtà regionale ha la sua importante consistenza”. E lo spiega con grande forza Matteo Fortunati, il presidente regionale di Assoturismo Confesercenti Umbria: “Non sono stati previsi aiuti per questa categoria e men che meno per le agenzie di viaggio. Non si possono abbandonare migliaia di attività, prevalentemente piccole che operano in questo settore specifico. A volte si dimentica che quello che è regolato per un albergo può essere inutile o non valido per un agriturismo o un B&B. Noi ci facciamo ampiamente carico di tutte le loro problematiche e invitiamo la Regione Umbria ad agire opportunamente, in modo che l’incertezza e le difficoltà economiche non affliggano ulteriormente questi settori. Non dimentichiamo, aggiunge il presidente che il turismo nonché tutte le attività di bar, ristoranti, bistrot, ecc, insieme al commercio vivono una crisi epocale, incredibile è che rappresentano il 16% del pil Umbro.
E qui la richiesta: “Non c’è più tempo. Si rischia di non far riaprire tantissime attività senza dimenticare le società di autobus, noleggiatori, guide turistiche, centri termali, artisti, cantanti, orchestre e compagnie teatrali che hanno migliaia di dipendenti allo sbando”.
Ora è veramente il tempo di agire! ” Non sono più accettabili le dimenticanze, i ritardi, la cassa integrazione: servono risorse e subito e possibilmente a fondo perduto o con restituzioni spalmate in 10 anni Per ottenere i famosi 25mila euro serve una trattativa inaccettabile tra l’imprenditore e le banche”.
Questi ritardi rischiano tra l’altro di incrementare la piaga dell’usura, fenomeno del quale le informazioni che pervengono alle autorità fanno registrare un aumento altissimo. “La possiamo fermare – conclude Matteo Fortunati – solo agendo con rapidità e con chiarezza di intenti. Mettiamo quindi questi imprenditori nelle possibilità di riaprire le loro attività”.