Sono ormai passati dei mesi dall’avvio della ristrutturazione della vecchia Sgl carbon a Narni e tutto sembra andare nel verso giusto: ormai la forza lavoro sufficiente a far ripartire gli impianti è a disposizione della fabbrica che spera di sfornare il primo elettrodo nel mese di giugno, tra qualche giorno, allora. Tutto sembra andare per il verso giusto anche se qualche malumore c’è riguardo alla scalettatura delle riassunzioni. Il management aveva assicurato che tutti sarebbero riassunti e siccome l’ad Luca Stinchelli, ha rispettato ogni impegno nei prossimi periodi di sicuro metterà mano anche ai restanti esclusi. C’è da dire, e lo rileva un comunicato di Tutti per Narni, che il malumore che c’è nell’ambiente è figlio di vecchie scorie, di problemi che arrivano dall’altra gestione, quella fallimentare di Michele Monachino, gestione che aveva lasciato un solco profondo tra dipendenti e dipendenti ed ora si mettono a discutere pure di fidejussioni e di mercato dell’energia. Ad ogni buon conto ecco il testo del comunicato di Tutti per Narni, che adopera il politichese per evitare di affrontare i veri problemi:
“Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra la GoSource e le forze sindacali nel quale è emerso un quadro complessivo contraddittorio: Da una parte la notizia positiva secondo cui la multinazionale entro il mese di giugno è intenzionata a cominciare la fase produttiva e di questo non si può che essere contenti. Nello stesso tempo sembra siano emerse difficoltà, forse a causa degli strascichi della vicenda Elettrocarbonium, a trovare fornitori di energia, speriamo ad oggi risolte, se non previe forti fideiussioni in garanzia. Non solo, potrebbero palesarsi difficoltà delle condizioni lavorative e del rispetto dei vincoli ambientali. Ancora solo una minoranza degli ex dipendenti sono stati reintegrati. uesta serie di motivi e quindi per tenere vivo l’interesse generale sulla vicenda: Ci chiediamo e le chiediamo se si comincino ad innescare problematiche che rischiano di compromettere in modo serio le prospettive di questa ennesima ripartenza. Tale interrogazione è quindi strumento per stimolare e per chiedere al Sindaco notizie riguardo la situazione in generale della fabbrica ed in particolare per sapere quanti dei vecchi dipendenti a tutt’oggi sono stati riassorbiti, come la città ha chiesto nell’o.d.g. condiviso all’unanimità, e quanto quelli restanti, competenti. Quanto, appunto, devono aspettare ancora. Inoltre, è certo che le assunzioni abbiano rispettato i principi di trasparenza e competenza, che l’azienda aveva dichiarato? Oppure anche qui, come, troppo spesso si è assistito in tutti questi anni di malgoverno del territorio, si continua il classico gioco di tutelare di più alcuni rispetto ad altri, senza principi condivisi in un accordo. Parafrando Orwell: gli ex dipendenti in mobilità sono tutti uguali ma alcuni sembrano più uguali degli altri. Il Sindaco, che si è sempre dichiarato il sindaco di tutti, deve farlo davvero, quindi si adoperi con maggior efficacia a garantire tutti gli ex-dipendenti alla stessa maniera. Convinca la multinazionale ad impegnarsi con la collettività per quanto concerne la loro riassunzione. La storia della nuova azienda partirebbe bene, anche per rispetto verso la città. Allo stesso tempo ci aspettiamo che il Sindaco controlli che il progetto prosegua nel pieno rispetto e del diritto del lavoro e della tutela ambientale. E’ certo che se eravamo noi al governo della città, qui come in altri ambiti, ad es la sanità, la tutela del decoro urbano. Solo per citare le prime che ci vengono in mente. Avremmo avuto un passo diverso: nell’accordo sarebbe stato garantito il reintegro di ogni exdipendente ed all’azienda l’eventuale onere motivato del contrario”.