Per ora le voci prevedono una riorganizzazione delle linee produttive e quindi un abbassamento del numero di lavoro necessario per mandarle avanti nello stabilimento Sangemini – Amerino. Una prospettiva poco piacevole per la novantina di lavoratori, che dovranno aspettare sino al 28 dicembre per sapere quale sarà la loro sorte. In quel giorno vi sarà una teleconferenza con il Ministero per lo Sviluppo Economico, con quale discutere l’ipotesi di concordato che l’azienda dovrà presentare il prossimo 23 dicembre.
Si è schierato in queste ore, con una lettera, in appoggio ai lavoratori del gruppo ed ai sindaci di San Gemini e Acquasparta il presidente dell’Anci Umbria, Michele Toniaccini: “Accolgo con molto favore, dopo il caso Treofan anche il vostro appello a sostegno di quanto sta accadendo sui vostri territori, con la società Ami e di conseguenza con i siti produttivi delle acque Amerino e Sangemini. Come ho avuto modo di sostenere con il caso Treofan, il sostegno che Anci Umbria rivolge ai lavoratori di queste aziende, dei siti produttivi delle acque Amerino e Sangemini, diventa l’appello di tutti i dindaci della nostra regione a tutela delle imprese, del tessuto economico e sociale e delle famiglie di tutta l’Umbria. Come presidente di Anci Umbria facente funzioni mi impegno a sollecitare gli altri colleghi, e non dubito che lo facciano, perché si stringano attorno anche a questa causa, comprendendo e condividendo perfettamente le preoccupazioni e le angosce dei lavoratori, ancor più in un periodo così nefasto. Il coinvolgimento di tutti i sindaci, oltre a essere un ottimo metodo di lavoro, è segno di unità e di capacità di guardare al territorio nel suo insieme, convenendo sul fatto che ogni singola impresa è patrimonio di tutta l’Umbria e, come tale, necessita dell’azione coesa e compatta di tutti i livelli Istituzionali. Le nostre imprese, fra l’altro, hanno una lunga storia alle spalle ed esprimono non solo ingegno, operosità, alte professionalità e talento, ma anche tradizioni e cultura. L’Umbria è una piccola regione che non può essere privata di questi saperi, non può essere depauperata della sua economia. Senza poi contare i riflessi negativi su centinaia di famiglie, in un contesto, peraltro, in cui la povertà è fortemente in aumento, anche a causa della pandemia che, tuttavia, non può essere un alibi per le serrate. Anci Umbria non solo si pone al fianco dei lavoratori e delle famiglie di tutte le imprese in crisi, ma raccoglie il vostro appello. Anci Umbria, con i suoi sindaci si impone al fianco di chi lavora, ancor più in questo caso che la vertenza riguarda due siti produttivi, quelli di Acquasparta e Sangemini”.