Con il termine “macchiaioli” si definisce un gruppo di pittori toscani della seconda metà del XIX secolo volto a liberare l’arte dall’accademismo e ad instaurare una pittura di ‘impressione’ attuata per mezzo di macchie di colore. Il termine fu usato ironicamente per la prima volta in occasione della Promotrice fiorentina del 1861, dove si esponevano ‘macchie’ (paesaggi eseguiti con accentuazione del chiaroscuro e colore dato a macchia).
Cromatiche evoluzioni per evidenziare l’universo femminile tra intimità e spregiudicatezza, vizi e virtù, tra seduzioni e sussurri, caratterizza, invece, il clima artistico della Belle Epoque.
“Tra Macchiaioli e Belle Époque. Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Giovanni Boldini” è il titolo della mostra curata da Anna Ciccarelli e Ulrico Dragoni, allestita a Palazzo Montani Leoni dalla Fondazione Carit con 26 opere provenienti dalle collezioni d’arte delle Fondazioni bancarie di Terni e Narni, Bologna, Cariplo, Ferrara, Firenze, Padova e Rovigo, Parma, nonché degli istituti di credito BNL e BPM e dai Comuni di Livorno e Porto Recanati.
In esposizione 13 dipinti di Giovanni Fattori che rappresentano appieno la produzione dell’artista: dalle artiglierie in azione, ai soldati a cavallo, dalle vedute rurali, ai paesaggi toscani. Molto interessanti i ritratti: oltre all’Inglesina, gli splendidi cinque disegni a tecnica mista raffiguranti volti di uomini e di donne tratteggiati con grande dovizia di particolari, precisa delineazione delle espressioni e delle mimiche.
6 le opere di Telemaco Signorini: ritratti e scene campestri, vedute e paesaggi europei, interni con figure e ambientazioni architettoniche.
6 i dipinti di Boldini: due vedute di Venezia con le gondole; tre splendidi ritratti di donne e un interno con figura.
Una mostra di caratura nazionale che, in corso d’opera, si è arricchita di un altro dipinto. Si tratta di un’opera di Giovanni Fattori acquistato dalla Fondazione Carit ed entrato a far parte della collezione d’arte ternana lo scorso 17 aprile. “Sosta di cavalleggeri” è una pregevole tavola realizzata dal pittore livornese tra il 1870-1872. Un’opera di grande fedeltà realistica e raffinata esecuzione, dove il dato saliente è la resa fedele del motivo militare, colto nella massima naturalezza ed espressività umana e pittorica. Un risultato favorito anche dall’impiego del supporto di mogano, il cui fondo amalgamato con la materia assicura una resa cromatica luminosa brillante.
La mostra “Tra Macchiaioli e Belle Époque. Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Giovanni Boldini” rimarrà aperta, con ingresso libero e catalogo gratuito, sino al 17 giugno ogni venerdì, sabato e domenica dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 20.