In tutta Italia musei e monumenti sono chiusi, ma il Pozzo della Cava di Orvieto reagisce aprendosi sulla via più antica della città fino al 6 gennaio e lo fa gratuitamente. In questi giorni il complesso archeologico orvietano avrebbe dovuto ospitare, tra l’altro, la 32a edizione del Presepe nel Pozzo, rinviata a causa del Covid-19, così la gestione ha deciso di realizzare una Natività essenziale proprio dentro il Pozzo della Cava, il più antico dei pozzi di Orvieto e di renderlo visibile direttamente dalla via, senza bisogno di dover accedere ai locali della struttura né di pagare alcun biglietto.
Niente allestimento nelle grotte, quindi, niente tema previsto, né personaggi a grandezza naturale in movimento, ma solo una giovane famiglia che risposa, sia per dare un segno di pace che per sottolineare che questa non è che una pausa, che si spera duri solo un anno, negli allestimenti del Presepe nel Pozzo. Ci sono anche i magi, con mascherine e protezioni, a portare – assieme a oro, incenso e mirra – anche gel, mascherine e vaccino. Non è affatto un gesto di provocazione o di strumentalizzazione spicciola, si legge in una nota, ma il desiderio di porre l’accento su come quei tre saggi abbiano fatto un gesto davvero sovversivo, offrendo doni preziosissimi al più povero dei bambini; sarebbe bello che anche oggi tutte le cure e le attenzioni e i presidi sanitari potessero giungere fino ai più poveri e abbandonati della Terra.
La gestione Pozzo della Cava ha provato fino all’ultimo a salvare le aperture e l’evento, ma la prevista e promessa differenziazione di musei e monumenti secondo tipologia e numero di visitatori non è avvenuta e le piccole strutture, spesso anima delle proprie comunità, hanno subito la stessa sorte dei mega-musei concepiti e tarati su migliaia di turisti stranieri al giorno.
“Vorremmo ricordare a chi ci governa che l’Italia ha una immensa rete di piccoli musei e singoli monumenti sicuri e fruibili, dove non c’è bisogno di togliersi la mascherina perché non c’è niente da mangiare o da bere; dove non c’è contaminazione perché è vietato toccare i reperti e si paga contactless o prenotando on-line, dove non c’è rischio di assembramento perché gli ingressi vengono scaglionati secondo i turni e le prenotazioni. Ci piacerebbe lanciare un appello al ministro Franceschini affinché si possa quanto prima dare la possibilità, a chi può e vuole, di riaprire secondo i protocolli anti-Covid. Ne guadagnerebbe l’Italia della cultura, forse un’Italia meno conosciuta, ma anche per questo più autentica e preziosa”.
La Natività sarà visibile dalle ore 10 alle 18 di tutti i giorni fino al 6 gennaio 2021.