Un’”opera seconda” quella di Maria Giulia Cotini, quarantenne, narnese, scrittrice ma anche tante altre cose; ha affrontato in maniera toccante il mondo della disabilità e per questo se ne è andata in pieno Medioevo a scoprire la storia di un monaco storpio, che stupì papi ed imperatori. “Lui, rifiutato dalla sua famiglia, divenne l’orgoglio del Monastero di Reichenau e la sua fama crebbe fino a diventare leggendaria”. Il titolo dell’opera? “Hermannus Contractus. Lo smeraldo nella roccia”.
Il libro trasmette grandi sentimenti, forti sensazioni e fa del tutto per far identificare il lettore nella psicologia del giovane, pronto ad appigliarsi ai suoi talenti lasciando indietro quello che l’appesantiva nel rapporto col mondo: scienza e intelligenza sono state il suo riscatto. Entrato in monastero come un ragazzo deforme, e quindi da scansare, ne è uscito come esempio di tenacia di intelligenza viva e capacità di spaziare in tantissime materie.
Maria Giulia Cotini ha scelto per la sua seconda opera i tipi di una casa editrice ternana, la Dalia, che si sta imponendo come vera “publishing house”, incrementando, pian piano la propria biblioteca.