Il Consiglio di Stato si è pronunciato a favore del ricorso proposto dalla Regione Umbria per la riforma del decreto cautelare del Tar dell’Umbria concernente lo svolgimento delle attività di tutti i servizi, pubblici e privati, socio educativi per l’infanzia (0-6 anni) nella Provincia di Perugia e nei comuni di Amelia e San Venanzo.
Il Consiglio di Stato sostiene che in merito alla salute pubblica è consentita l’adozione di misure regionali restrittive, che vi era l’esigenza, evidenziata dalla cabina di regia nazionale, di rafforzare tali misure nelle zone più a rischio per la presenza comprovata di varianti del virus, che le tali misure individuate dalla Regione sono adeguate alle esigenze e nella direzione della “assoluta necessaria precauzione rispetto al contagio e alla necessità di non interrompere il piano vaccinale”, nonché in considerazione che le conseguenze sulla sfera lavorativa per le famiglie sono, come si legge, “largamente mitigate se non del tutto eliminate per effetto del sostegno economico riconosciuto alle famiglie interessate per l’accudimento dei figli” (cosi detto bonus baby sitter della Regione Umbria).
Per tali ragioni il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza della regione e ha ripristinato la validità dell’intera ordinanza che prevede “la chiusura temporanea anche per gli istituti per l’infanzia e nidi” nei comuni indicati sino al 21 febbraio. Tale decisione è stata resa nota dalla Regione a tutti i sindaci dei territori interessati dal provvedimento (tutti comuni della provincia di Perugia oltre ad Amelia e San Venanzo).