Il vino è indubbiamente la bevanda che più ha ispirato gli artisti di ogni tempo: dagli antichi egizi, nelle cui tombe sono state scoperte decorazioni murarie con vendemmia e spremitura dell’uva, ai romani e greci che hanno riportato il tema su vasi, pitture e sculture, al periodo Medioevale soprattutto come simbolo del sangue di Cristo e racconto religioso, passando per il Rinascimento fino al XX secolo. In tanti hanno celebrato la bevanda preferita da Bacco, motore dell’allegria e della libertà dei sensi che trasforma la normalità in occasione speciale, ma anche ricca di significati allegorici e spirituali.
“[…] Vantandomi dirò parola: il vino mi spinge,
il vino folle, che fa cantare anche l’uomo più saggio,
e lo fa ridere mollemente e lo costringe a danzare,
e tira fuori parola, che sta meglio non detta.”
(Odissea, libro XIV)
Questo è stato l’argomento dell’iniziativa culturale “Aperitivo con l’arte. Parlando e degustando… arte e vino!” che si è tenuta nella Bio Cantina Lorenzo Cecchetelli di Montegabbione dove hanno esposto le loro opere artisti di Rieti e di Città della Pieve ed il maestro Franco Bellardi vi ha tenuto una conferenza.
“Il vino ha un duplice aspetto: uno diciamo più serio ed uno un po’ più allegrotto. Pensiamo, ha detto il maestro, alla religione cattolica dove pane e vino sono il corpo e sangue di Cristo, quindi c’è una sacralità che addirittura dai greci. Spesso, infatti, bevevano vino per cercare una specie di purificazione nel tentativo di elevare l’anima. L’altro aspetto del vino, invece, è godereccio, pensiamo ai riti dionisiaci, serve per darci allegria, per dare a se stesso la possibilità di ridere. Chi riesce a ridere di se stesso è un grande uomo. Arte e vino: anche qui troviamo un duplice aspetto sia nell’opera d’arte che nell’artista. L’artista è uno che ha una sua follia creativa, altrimenti non sarebbe artista. È difficile fare l’artista perché ti coinvolge totalmente. Fare dell’arte significa fare delle cose per dire al mondo quello che noi pensiamo del mondo, se è il caso di rivoluzionario, di cambiarlo oppure no. Questo è l’artista e non è semplice, è difficilissimo. L’artista non è una persona normale, non è possibile. Se fosse normale non farebbe l’artista. L’artista è un solitario e si sente sempre solo, anche in famiglia. Io mi sento solo, ma non perché mia moglie non sia una persona intelligente, perché non può capire la sofferenza oppure la tragedia oppure la felicità che io metto nella ricerca di quella pennellata vicino a quell’altra eccetera. Anche il famoso critico d’arte scrive di quello che lui ha visto in quella determinata opera. Allora che succede se una persona si sente sola? Un goccetto di vino se lo fa per aumentare quella follia creativa. Il vino è anche un atto d’amore. Pensate alla degustazione di vino, è un atto d’amore sensuale perché ci sono tutti i sensi.”
L’iniziativa “Aperitivo con l’arte. Parlando e degustando… arte e vino!” è stata poi arricchita dalla lettura di poesie in tema.