La proposta è semplice e rivoluzionaria: adoperare per la vaccinazione anche i medici in pensione. A portare la bandiera del volontariato è Adiberto Favilli, medico, appunto, che in pensione realmente non c’è mai andato, dato che è la punta di diamante dell’Associazione Narnese Contro il Cancro. Anche oggi. Anche durante la pandemia. Lui la riassume così: “La situazione dei vaccini in Umbria metterebbe in risalto che la regione ha ricevuto un numero di vaccini inferiore alla media nazionale 0,6% contro 0,8%. Ma al tempo stesso ne sarebbero state somministrate il 25,2 %, infatti per il livello di efficienza siamo in nona posizione. Se questo dovesse dipendere da carenza di personale, ribadisco che ci sarebbero, sicuramente, colleghi in pensione che, come me, sarebbero disponibili a questo compito, allo scopo di accelerare al massimo la vaccinazione”. L’idea di Favilli è ora all’esame anche della Usl 2, che sta vagliando questa iniziativa molto importante per il seguito che Favilli ha nel campo medico essendo stato, tanto per dirne una, il precursore in Italia delle cure palliative. Ma il ricorso a personale in pensione non è una pratica inusuale anche perchè in molti reparti, specie tra gli anestesisti, il richiamo alle armi per chi è andato in pensione è ormai pratica abituale.