10 anni fa, la notte fra il 20 e il 21 luglio del 2007, scomparve Stefano Zavka, sul K2. Lo scalatore ternano faceva parte di una spedizione, seguita anche dalla Rai, da Marco Mazzocchi.
Il sogno, quello di conquistare la vetta, si realizzò. Il dramma, invece, si consumò, lungo la discesa, al ritorno.
Zavka si trovava insieme a Mario Vielmo quando sono stati sorpresi da una bufera di vento e di neve. Vielmo è riuscito , anche se con grandi difficoltà, a raggiungere il campo 4 dove lo attendeva Daniele Nardi. Di Stefano, invece, che distava solo circa mezz’ora da Mario , si sono perse le tracce. “Ho visto la lampadina fino ad un certo punto – racconta Daniele a Marco Mazzocchi – poi non c’è stato più nulla da fare, l’unica speranza è che abbia avuto il coraggio di scendere dalla Cesen , era l’ultimo che scendeva ieri sera, Mario è arrivato, lui no”.
A mano a mano tornano tutti al campo base. Ma Stefano, no, Stefano non torna. E il sogno si trasforma in incubo, in dramma, in tragedia.
“Qui siamo sul K2 – dice Stefano davanti alle telecamere – e ci stiamo per scalarlo e per vivere un’avventura, quindi, secondo me, ci stiamo per la vita, non ci stiamo per, per…..(non riesce a pronunciare la parole morte) , quella – aggiunge – è una eventualità. Però , se andiamo in autostrada, in macchina, corriamo gli stessi rischi. Però, magari, lì li corriamo per lavoro, qui per vivere delle emozioni.”
Sono le ultime parole che restano di Stefano Zavka. Era soddisfatto. La montagna era la sua vita. La montagna lo ha trattenuto con sé, per sempre.
K2: il sogno, l’incubo – 2^parte, 2/2… di Bernacco