Secondo il Global Gender Gap Index sui temi dell’equità di genere il nostro Paese figura al 76° posto tra i 153 censiti e al 17° sui 20 dell’Europa Occidentale (peggio di noi solo Grecia, Malta e Cipro). La pandemia ha solo aggravato una situazione già di per sé non invidiabile. L’ultimo dato Istat riferisce che dei 101.000 posti di lavoro persi a dicembre scorso 99.000 erano femminili e lo stesso smartworking visto dal lato delle donne ha in molti casi contribuito ad aumentare il loro carico di lavoro. Non è certo un caso se la parità di genere figura tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 Onu per assicurare al Pianeta uno sviluppo sostenibile.
LA COOP E IL LAVORO FEMMINILE
La Coop – si spiega in una nota – è un grande datore di lavoro femminile (il 70% dei suoi 55.000 dipendenti è donna), oltre che una organizzazione di soci dove sono donne più della metà dei soci attivi sui territori, ha deciso di dar vita a “Close the Gap- riduciamo le differenze”, una campagna fatta di azioni e impegni concreti, avviando progetti interni, coinvolgendo i fornitori di prodotto a marchio e lanciando una call to action a vantaggio di soci e consumatori.
“Vogliamo percorrere con maggiore decisione la strada a favore di una cultura della diversità e dell’inclusione, con l’idea di darci obiettivi non di facciata – spiega Marco Pedroni, Presidente Coop Italia e Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) – Coop è molto sensibile al tema, il principio dell’integrazione e dell’eguaglianza è parte costitutiva dell’essere cooperativa. I dati in nostro possesso fotografano una situazione migliore della media per quanto attiene ad esempio la composizione dei nostri consigli di amministrazione (oltre il 44% è donna) o la presenza di donne nei ruoli direttivi sul totale degli occupati (oltre il 32%). Inoltre tutte le nostre cooperative contemplano nei contratti integrativi la presenza di Commissioni Pari Opportunità e la presenza di donne è al 50% tra chi frequenta i corsi formazione finalizzati ai posti di responsabilità. In molti punti della nostra rete vendita infine ci affidiamo a personale composto unicamente da donne; nei ruoli di caponegozio e capireparto ci attestiamo su un 43% di presenza femminile. Ma vogliamo fare di più e rendicontarlo, cercando di agire con più determinazione sul versante della leadership femminile che è un importante punto di arrivo anche per noi”.
E in previsione dell’8 marzo si è voluto partire da un atto simbolico ma concreto, rilanciando la petizione “Stop Tampon Tax! Il ciclo non è un lusso” sulla piattaforma Change.org promossa dall’associazione “Onde Rosa” per tagliare l’Iva sugli assorbenti e contemporaneamente dal 6 al 13 marzo tutti gli assorbenti a scaffale saranno venduti con l’aliquota ridotta dell’Iva dal 22 al 4%, ovvero il traguardo a cui tende la petizione. Mentre gli assorbenti della linea “Vivi Verde Coop”, già con aliquota ridotta perché compostabili, saranno “vestiti” in confezioni ad hoc che invitano a firmare la petizione.
“La disuguaglianza è generata in primo luogo da elementi strutturali, come per esempio la scarsa rappresentanza di genere che non trasferisce modelli e quindi aspirazioni per le giovani donne, ma inizia anche dalle piccole differenze – dice Maura Latini, AD Coop Italia – come quella che si riscontra tra la tassazione dei prodotti di igiene e cura: gli assorbenti femminili, bene tutt’altro che di lusso, subiscono un’Iva del 22%, al pari di articoli di abbigliamento, sigarette, vino, che non sono considerati di prima necessità. Quella dell’abbassamento dell’Iva sugli assorbenti non è solo una questione economica, di puro risparmio, ma anche culturale. La scelta di tassare come bene di lusso un assorbente è prima di tutto un errore di valutazione e un messaggio sbagliato, che si traduce in una discriminazione concreta contro la quale vogliamo contribuire ad attivare l’attenzione di donne e uomini. Per questo abbiamo raccolto il messaggio lanciato dalle giovani donne dell’associazione “Onde Rosa” che hanno sollevato il problema; mettiamo a disposizione i nostri punti vendita e la volontà e l’impegno dei nostri soci e dipendenti per segnalare il valore della richiesta, chiedendo che il tema entri nell’agenda pubblica”.
“La campagna di “Close The Gap” rappresenta un passo importante per la storia del “ciclo non è un lusso” – proseguono da Onde Rosa – Quando abbiamo lanciato la petizione eravamo un gruppo di ragazze che cercava di far sentire la propria voce su qualcosa che ci riguardava da vicino e percepivamo come un’ingiustizia. Mai ci saremmo aspettate quello che è successo dopo: ad oggi sono infatti circa 500 mila le persone che hanno firmato su Change.org per dire no alla Tampon Tax e unirsi alla nostra voce. Numeri importanti che ci spingono a continuare a presidiare il tema. L’impegno politico, l’attivismo, le petizioni e le iniziative come queste hanno un obiettivo: portare un cambiamento, grande o piccolo che sia, nella vita delle persone. L’attenzione di Coop nei confronti di questa tematica e il nostro coinvolgimento in “Close The Gap” sono per noi la conferma che stiamo andando nella direzione giusta: l’auspicio è che tutte queste azioni adesso si tramutino in un risultato concreto per le donne. La Tampon Tax è una discriminazione concreta ed è il momento di dire basta”.
Nella legge di bilancio del 2019 infatti l’aliquota sul tartufo è stata ridotta dal 10% al 5% mentre il taglio dell’imposta al 5% è stato applicato dalla legge di bilancio del 2020 solo agli assorbenti compostabili e lavabili come appunto i “Vivi Verde”, tipologia di prodotti di nicchia, ma è rimasta lettera morta per la totalità degli assorbenti di largo consumo. Intanto Francia, Inghilterra, Belgio e Olanda hanno già ridotto l’aliquota, Canada, Irlanda e l’India l’hanno abolita e la Scozia, per prima, fornirà gratuitamente gli assorbenti alle sue cittadine.
L’azione di Coop tra l’altro, benchè limitata, agisce su un segmento di mercato molto presidiato dalla grande distribuzione dove si concentra la gran parte delle vendite di assorbenti femminili; sono infatti in un anno circa 3,9 miliardi gli assorbenti venduti di cui 270 milioni in Coop. In termini di fatturato ciò si traduce in 400 milioni di euro di cui 72 sono Iva.
I cantieri di lavoro avviati nella campagna “Close the Gap” sono sia esterni che interni. Tra i secondi anche la messa a punto presso il centro di formazione delle cooperative di consumatori “Scuola Coop” di un percorso specifico per migliorare consapevolezza e informazione, a partire dai gruppi dirigenti per allargare la formazione per la prima volta a quei fornitori del prodotto Coop e dei territori dove operano le cooperative che volontariamente volessero aderire. Gli stessi fornitori che sempre in una logica di coinvolgimento e di sensibilizzazione sul tema saranno i destinatari di un Premio annuale (la prima edizione sarà a marzo 2022) che nelle intenzioni di Coop dovrebbe essere un incentivo a varare o a migliorare le buone prassi in ambito di equità della remunerazione e delle condizioni di lavoro delle donne. Il Premio sarà anticipato il prossimo 29 marzo dall’assegnazione di un primo riconoscimento a alcune imprese fornitrici che già si sono distinte in questo specifico ambito.